8 aprile 2015 ore: 13:47
Immigrazione

Don Giacomo Panizza battezza Osayande, giovane rifugiato nigeriano

E’ scappato dall’inferno della Nigeria ed è arrivato in Italia nel giugno del 2014; poi è approdato alla comunità Lunarossa di Lamezia Terme. Ha compiuto 18 anni il 5 aprile scorso e proprio nella notte di Pasqua è stato battezzato nella chiesa dell’Addolorata a Jevoli
Nigeriano a battesimo di Panizza

Osayande Osamudiamen mentre riceve il battesimo

LAMEZIA - E’ scappato dall’inferno della Nigeria ed è arrivato in Italia nel giugno del 2014; il 23 settembre dello stesso anno è approdato alla comunità Lunarossa di Lamezia Terme, nata per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e facente parte della grande famiglia della comunità Progetto Sud fondata da don Giacomo Panizza. Osayande Osamudiamen, originario di Benin City, ha compiuto 18 anni il 5 aprile scorso e proprio nella notte di Pasqua è stato battezzato nella chiesa dell’Addolorata a Jevoli, una frazione di Serrastretta a pochi chilometri da Lamezia.

Osayande Osamudiamen mentre riceve il battesimo

A celebrare il rito del battesimo è stato lo stesso don Panizza, parroco a Jevoli. Il giovane nigeriano ha scelto come padrino Nicola Emanuele, responsabile della comunità Lunarossa, attiva sul territorio lametino dal 31 luglio 2011 e che oggi è uno Sprar a tutti gli effetti. Per don Giacomo si è trattato di un momento straordinario per la sua vita di sacerdote impegnato nel sociale: “E’ la prima volta che battezzo un immigrato che decide di diventare cattolico – ha dichiarato don Panizza - Davvero, tutto il rito è stato vissuto molto intensamente da parte di Osayande e anche da parte di tutta la comunità parrocchiale che lo ha accolto”.

Don Giacomo ha tenuto anche a sottolineare la profonda motivazione del giovane: “L’ho visto maturo per scappare dalla guerra, maturo per essere cristiano e scommettere sulla vita. Mi è piaciuto questo incontro ideale in cui una storia sociale è diventata anche spirituale”. Nicola Emanuele si è detto onorato del fatto che Osayande abbia scelto lui come padrino di battesimo. “Io personalmente e gli ospiti e gli operatori di Lunarossa, abbiamo vissuto tutti una grande emozione resa ancora più palpabile e forte dalla grande accoglienza riservata ad Osayande dalla comunità di Jevoli”. Il giovane nigeriano si è prontamente dedicato all'apprendimento della lingua italiana frequentando assiduamente la scuola di alfabetizzazione, organizzata dalla comunità e dal Centro territoriale permanente di Lamezia.

In comunità ha incontrato suor Caterina, una religiosa che ha vissuto vent'anni in Nigeria e a cui Osayande offre il suo aiuto facendo l’interprete. Grazie alla frequentazione con suo Caterina, il giovane rifugiato ha compreso l’importanza di avviare un cammino di fede per la sua vita e ha deciso di voler ricevere il battesimo, primo sacramento della fede cattolica. Osayande sta studiando per ottenere la licenza media e intende anche seguire un tirocinio formativo per imparare un mestiere; non avendo nessun parente in Italia, il suo desiderio più grande è quello di realizzarsi professionalmente ed integrarsi socialmente magari nella stessa Lamezia, la sua nuova patria che lo ha accolto e che gli ha offerto la possibilità di farsi una vita.

“Come comunità per minori siamo nati durante l’emergenza nord –Africa e in questi anni abbiamo accolto circa una cinquantina di minori - ha ricordato Emanuele – Molti di loro hanno avviato dei percorsi di scolarizzazione e formazione professionale riuscendo anche a trovare lavoro come panettiere, cuoco, falegname, operaio in un’azienda agricola. Nel nostro territorio, disastrato dalla crisi e da problemi atavici, l’affermazione nel campo del lavoro non è facile ma grazie al sostegno dato dalla comunità molti di loro ci sono riusciti”. (Maria Scaramuzzino)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news