Donne, Gazzi (assistenti sociali): “Far nascere e finanziare i centri antiviolenza"
ROMA - “L’impegno contro la violenza alle donne è innanzitutto un impegno per il diritto all’uguaglianza e alla libertà”. E’ il pensiero di Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
La riflessione di Gazzi tocca anche il tema dei figli resi orfani due volte, molto spesso a causa della detenzione in carcere del padre. Un problema che per Gazzi deve essere superato quanto prima con l’approvazione della Legge sugli orfani speciali. “E’ a questi orfani speciali che in occasione di questa Giornata va dedicata una particolare riflessione e un invito, quest’ultimo rivolto al Parlamento: si approvi definitivamente, prima della scadenza naturale della Legislatura, la legge che li tutela. Sarebbe un gesto di civiltà e di pietà verso quelle madri che sono morte magari cercando di proteggere i propri figli”, spiega il presidente.
Gazzi, che definisce la violenza sulle donne “una forma nuova, subdola, dolorosa, spesso tragica, di schiavitù”, parla poi dello strumento a suo dire necessario per tentare di limitare o almeno gestire le conseguenze di un atto di violenza contro le donne: i centri antiviolenza. “Essi vanno incoraggiati – sottolinea Gazzi - e rafforzati, ne vanno finanziate le attività. Vanno fatti nascere in quelle aree del Paese che ancora scontano – in questo campo – arretratezza o, peggio, indifferenza. Assieme ai centri va strutturata una rete di servizi forte, efficiente, davvero di prossimità che renda possibile innescare quel circolo virtuoso che consenta di lenire il dramma che ogni volta – immutato e immutabile – è rappresentato dalla mano violenta che si abbatte sul corpo, ma soprattutto sull’anima, di una donna”.
“E in questa Giornata – conclude Gazzi - il nostro pensiero va anche alle migliaia di nostre colleghe che – come documenta una recentissima ricerca – sono state oggetto non solo di minacce ma anche di violenza sia sul posto di lavoro che a causa del lavoro. Violenze, queste, doppiamente odiose perché perpretrate a danno di persone intente a svolgere una azione di aiuto verso i singoli e le comunità”.