8 marzo 2017 ore: 10:19
Economia

Donne, Oxfam: ancora 170 anni per colmare il gap di reddito

Rapporto "Un’economia che funziona per le donne": la differenza media nella retribuzione tra uomini e donne è del 23% a livello globale. Con la campagna “Sfido la fame” fino al 31 marzo possibile sostenere i progetti di Oxfam dedicate alle donne
Giovani in cerca di lavoro

Roma - Cresce la disuguaglianza economica, salariale, di accesso al mercato del lavoro e ai fattori produttivi tra uomini e donne: secondo le stime con l’attuale trend serviranno infatti ancora 170 anni per colmare il gapretributivo a livello globale, 52 anni di più di un anno fa. E’ la denuncia di Oxfam, che nell’ambito della campagna Sfido la fame ha lanciato ieri il report “Un’economia che funziona per le donne” in occasione della Giornata internazionale della donna. Il salario di una donna, infatti, è ancora oggi in media il 23% in meno di quello di un uomo. La disuguaglianza di genere a livello economico, oggi è tornata ai livelli del 2008.– afferma Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia – Nel mondo quasi 600 milioni donne sono occupate in lavori precari come il lavoro domestico a cui da sempre sono destinate e attività agricole di sussistenza, soprattutto nei Paesi poveri. E’ perciò un dovere universale garantire a milioni di donne un lavoro retribuito e un reddito dignitoso, colmando il divario tra uomini e donne in termini di opportunità e diritti, garantendo contratti stabili e condizioni di lavoro sicure. Sarà fondamentale poi affrontare con decisione la discriminazione di genere e gli abusi sul luogo di lavoro, ridurre il peso del lavoro di cura non retribuito, dare un accesso eguale a quello degli uomini alla proprietà della terra e alla proprietà d’impresa a livello globale. Solo così– conclude Iachino -sarà possibile sconfiggere la povertà estrema entro il 2030, salvando dalla fame fino a 150 milioni di persone nel mondo”.

Secondo le stime di Oxfam l'allargamento della forbice che incide sempre di più sulla vita di milioni di donne soprattutto nei Paesi poveri, dove questa disparità di retribuzioni e di opportunità di accesso al mercato del lavoro costa fino a 9 mila miliardi dollari all’anno di mancate risorse, potrebbero permettere l’uscita dalla povertà estrema di una fetta sempre maggiore di quei 795 milioni di persone che ancora oggi soffrono la fame.  


“Sfido la fame”: sostenere le donne come fattore di cambiamento. Il sostegno alle donne, soprattutto in continenti come quello africano, dove 184 milioni di persone (1 su 4) soffrono la fame, rappresenta un fattore chiave di cambiamento. In molti paesi dell’Africa sub-sahariana, dove il 70% della popolazione dipende dall’agricoltura per la propria sopravvivenza, significherà dare un futuro a milioni di persone altrimenti costrette a lasciare il proprio paese.  Qui infatti le donne, pur costituendo oltre il 40% della forza lavoro, hanno accesso a meno del 10% dei crediti concessi in agricoltura ai piccoli produttori. Eppure se avessero lo stesso accesso degli uomini alla terra e ad altri fattori produttivi, si potrebbe migliorare il rendimento dei raccolti del 20-30%. Un circolo virtuoso che a livello globale porterebbe a ridurre la fame del 19%. Per loro e per sostenere le loro comunità Oxfam ha  lanciato  la Campagna di raccolta fondi SFIDO LA FAME, grazie alla quale fino al 31 marzo sarà possibile donare un aiuto (di 2, 5 o 10 euro) con un sms solidale o chiamata da telefono fisso al 45528. I fondi rsartanno destinati a sostenere circa 13 mila persone, per la maggior parte donne, attraverso progetti di cooperazione finalizzati a migliorare la produzione di cibo, l’accesso alle risorse e al credito, rafforzandone la capacità di creare e commercializzare prodotti agricoli e artigianali in Sudan e Senegal. I fondi serviranno anche a finanziare i programmi di accoglienza e integrazione in Italia di migranti – donne e bambini in particolare – che fuggono da fame e povertà.

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