Dopo di noi: con il "trust" voce e futuro alle persone disabili
ROMA - “I beneficiari di un ‘trust per soggetti deboli’ non perdono la loro voce, anzi potrebbero esprimere i loro desideri e aspirazioni”. Lo ha detto l’avvocato Francesca Romana Lupoi, vicepresidente dell’associazione “Il Trust in Italia” ascoltata oggi in commissione Affari Sociali della Camera sulla proposta di legge ‘Dopo di noi’. “Tra gli obiettivi del provvedimento – ha aggiunto – c’è l’istituzione di un fondo per l’assistenza in favore di persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare. In particolare – ha spiegato ancora Lupoi, che come componente dell’associazione ha seguito fin dalla sua nascita il testo ascoltando le esigenze delle famiglie interessate – questo fondo andrebbe a costituire nuove reti assistenziali, dirette ad attuare percorsi individualizzati”.
Tra questi percorsi assistenziali individualizzati che possono beneficiare del fondo “c’è sicuramente il ricorso al trust, che è il pegno per il futuro. Le persone disabili, infatti, in particolare quelle con disabilità grave, non possono essere titolari del patrimonio familiare che spetta loro per legge, ma ciò non giustifica affatto che non ne possano pienamente disporre e avvantaggiarsene per mezzo del Trust”. “D’altra parte – ha ribadito - il trust per soggetti deboli è una realtà nel nostro ordinamento, sicura e comprovata nel tempo e dalla giurisprudenza. E’ prioritario – ha concluso Lupoi – in linea con quanto chiesto dalle famiglie con figli disabili, agire fin da ora e programmare per questi ragazzi un futuro ‘durante noi’ e non ‘dopo di noi’ quando potrebbe essere troppo tardi”.