30 novembre 2013 ore: 09:20
Disabilità

Dopo di noi, coop sociali e privati insieme per progettare il futuro

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, sarà presentata la fondazione “Durante e dopo di noi”, progetto che riunisce coop sociali, privati e associazioni dei familiari per garantire inclusione sociale e condizioni di vita adeguate ai disabili
Caregiver familiare, assistenza domiciliare, anziani, disabilità

REGGIO EMILIA – Lo spartiacque rappresentato dal “dopo” apre una voragine di angoscia nelle famiglie delle persone disabili. Chi si prenderà cura di loro quando non potranno più contare sul sostegno della famiglia? A questo interrogativo intende rispondere la nascente fondazione “Durante e dopo di noi”, un’iniziativa che coinvolge circa 80 soci fondatori tra associazioni dei familiari, cooperative sociali del territorio e soggetti privati, e che può contare anche sulla supervisione del comune di Reggio Emilia e dell’Ausl. Come spiega Claudia Melli, presidente della cooperativa sociale Zora, che, sotto l’insegna del consorzio Quarantacinque, sta seguendo i lavori della fondazione, che dovrebbe vedere la luce ufficialmente entro marzo 2014: ammonta a 50 mila euro il fondo di partenza già reperito grazie al finanziamento messo a disposizione dalla Fondazione Manodori. La Fondazione sarà presentata – in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità – oggi, 30 novembre alle 9 alla Fonderia di Reggio Emilia.

L’obiettivo della fondazione, le cui modalità di intervento sono ancora in fase di definizione attraverso l’elaborazione di alcuni progetti pilota, è quello di consentire alle persone disabili il mantenimento di condizioni di vita dignitose anche qualora dovessero perdere il sostegno familiare, ma non solo, poiché, tra le finalità del progetto in divenire, c’è anche quella di favorire l’inclusione sociale dei soggetti con disabilità, attraverso l’organizzazione di attività in grado di favorirne l’acquisizione di autonomia, pur nel rispetto dei limiti che ne contraddistinguono la particolare condizione: “Uno dei progetti pilota prevede l’organizzazione di soggiorni sull’Appennino, in collaborazione con Legambiente, dove i ragazzi saranno impegnati in attività pensate per incrementarne il senso di responsabilità, un modo per svilupparne l’autonomia e renderli parte attiva”. Ma non mancheranno anche più concrete iniziative per favorirne l’inserimento lavorativo effettivo. Anche se, come precisa Melli, “non è stata ancora individuata una specificità di servizi”, la fondazione intende farsi carico non solo delle condizioni di sussistenza materiale dei disabili, entrando in azione qualora dovessero perdere la tutela familiare, ma anche della globalità dei loro diritti.

Tra gli interventi in fase di elaborazione compaiono anche progetti di residenzialità e l’organizzazione di uscite, diurne o serali, con l’accompagnamento di volontari. Iniziative che saranno accessibili a tutti: “L’idea è quella di garantire la massima apertura, previo accertamento dell’effettiva necessità dei soggetti richiedenti da parte dell’organismo competente dell’Ausl”, conclude la presidente di Zora. (elisa gagliardi)

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