Dopo di noi, il 30% delle risorse per realizzare alloggi e comunità
ROMA – A che punto è l'attuazione della legge sul Dopo di noi? In che modo è stata recepita e tradotta in pratica dalla singole regioni? Cosa ha concretamente prodotto, in poco più di un anno, una normativa tanto attesa da famiglie e associazioni? Le risorse – 90 milioni per il 2016 e 38,3 milioni per il 2017 - sono state tutte trasferite alle regioni, che intendono utilizzarle per lo più per interventi infrastrutturali, ovvero per la realizzazione di alloggi e comunità con le caratteristiche previste dalla legge stessa: a questo scopo è stato infatti destinato quasi il 30% delle risorse. Questi e molti altri dati sono contenuti nella prima Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 112/2016, trasmessa e diffusa nei giorni scorsi dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
“Dal punto di vista legislativo e di programmazione degli interventi – rammenta il ministero, nella nota di presentazione del documento - la materia è di competenza esclusiva delle Regioni, tranne la definizione dei livelli essenziali che rimane in capo allo Stato. La relazione sul primo anno di attività, pertanto, non può che limitarsi a descrivere lo stato di avanzamento di questa prima fase in cui le Regioni definiscono gli indirizzi di programmazione, propedeutica all'erogazione delle risorse che consentono poi di realizzare gli interventi sul territorio. L'attuazione concreta degli interventi e dei servizi a favore dei beneficiari della legge - di competenza dei Comuni, eventualmente in forma associata a livello di ambiti territoriali - saranno quindi oggetto della seconda relazione”.
E' troppo presto, insomma, per comprendere cosa concretamente sia stato realizzato con queste risorse; ovvero, quale ricaduta stia avendo la normativa sulla vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. La relazione riguarda piuttosto la programmazione regionale sulla base delle risorse trasferite a ciascuna di esse. Oltre agli interventi infrastrutturali, destinatari del 30% delle risorse, sono stati progettati i percorsi di ingresso e di supporto all'abitare, cui sono destinate oltre la metà delle risorse complessive (circa il 55%), che vengono più o meno equamente ripartite tra le due finalità: il finanziamento dei percorsi programmati di ingresso negli alloggi e il supporto alla domiciliarità una volta che i beneficiari degli interventi sono entrati nelle abitazioni.
Decisamente inferiori le risorse dedicate allo sviluppo delle competenze per favorire l'autonomia e per i programmi di accrescimento della consapevolezza (12%), come pure il finanziamento di interventi di permanenza temporanea in strutture diverse dagli alloggi sopra individuati (4%), che la legge consente solo in condizioni di emergenza. (cl)