15 giugno 2016 ore: 12:54
Disabilità

Dopo di noi, “legge vecchia, che rende l’assistenza un affare di famiglia”

Critico il Coordinamento delle famiglie dei disabili gravi e gravissimi: “un welfare superato, vecchio di oltre 50 anni, perché si occupa solo di chi è privo di sostegno familiare. Di fatto, sancisce l’abdicazione dello Stato al suo impegno costituzionale di rendere uguali tutti i cittadini”
Legge del dopo di noi. Carrozzina vuota su strada

ROMA – La legge sul Dopo di noi piace, ma non a tutti: nel giorno in cui si festeggia la nascita di una norma che, per alcuni “libererà da un incubo le famiglie”, non mancano le critiche e le perplessità, di fronte a un testo normativo che, secondo molti, Fish compresa, è anche “un’occasione persa”. Per il Coordinamento delle famiglie di disabili gravi e gravissimi, che ha seguito con attenzione l’elaborazione e la discussione della norma, fino alla sua approvazione finale, “questa legge chiarisce sin dal titolo la visione di un welfare superato, vecchio di oltre 50 anni, perché si occupa solo dell'assistenza alle persone prive del sostegno familiare. Di fatto, in questa Legge si sancisce l'abdicazione dello Stato nel suo impegno costituzionale di rendere tutti i cittadini uguali”.

A chiarire la posizione del Coordinamento delle famiglie è Maria Simona Bellini: “Come si fa a rendere una persona con disabilità uguale alle altre? – si chiede - La prima cosa, la base è l'assistenza. Senza assistenza puoi abbattere tutte le barriere, aprire le scuole e i posti di lavoro, ma la persona con disabilità resterà sempre al palo. E' l'assistenza che rende le persone con disabilità uguali. Ebbene – spiega Bellini - con questa legge l'assistenza è diventata un ‘affare di famiglia’, mentre lo Stato subentrerà, e solo in forma residuale se ci sono eredità, alla morte dei genitori”.

Alla obiezione che, “in moltissimi casi, è già così”, il coordinamento risponde che “è vero, le cattive prassi, le istituzioni che ignorano le leggi poste a tutela dei diritti delle persone con disabilità, il totale abbandono assistenziale alle famiglie è pane quotidiano in Italia: ma almeno non era sancito per legge! Adesso l'abbandono istituzionale è diventato legge dello Stato e questo cambierà tutto. Il cittadino con disabilità – conclude Bellini - è diventato formalmente una persona che dipende totalmente dall'assistenza famigliare. E questo – ricorda, riferendosi alla mancanza di una legge che tuteli il caregiver familiare, storica battaglia del coordinamento - avviene nell'unica nazione europea che non riconosce un solo diritto umano al famigliare che si occupa, anche 24 ore su 24, del proprio congiunto o figlio”. 

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