Droghe, Avramopoulos: “In Europa il problema non è diminuito, nuovi rischi”
Dimitris Avramopoulos
ROMA - “Il problema delle droghe in Europa non è diminuito. Ci sono nuovi prodotti, nuove modalità d’uso, nuovi mercati e anche nuovi rischi per la salute. È un dato di fatto che i rischi sanitari connessi ai prodotti di elevata potenza siano aumentati. Il numero di nuove sostanze continua a crescere e le morti per overdose purtroppo sono in aumento”. È quanto ha affermato il Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, durante la presentazione della Relazione sulle droghe 2016 dell’Osservatorio europeo su droghe e tossicodipendenze tenutasi oggi a Lisbona. Tra i dati presentati oggi spiccano quelli relativi all’uso di cannabis tra i cittadini europei, ma per il Commissario sembra essere ancora troppo presto per parlare di legalizzazione all’interno dell’Unione europea. “La cannabis è considerata una sostanza illecita - ha chiarito Avramopoulos -. Alcuni stati membri stanno depenalizzando l’uso e il possesso per uso personale, ma è troppo presto per valutare l’impatto di queste politiche. Le politiche sulle droghe devono essere basate su evidenze scientifiche e sui fatti, non solo sulle ideologie. L’uso medico della cannabis nei paesi membri, invece, è totalmente in linea con le convenzioni dell’Unione europea sulle droghe”.
Ad oggi, ha spiegato Alexis Goosdeel, direttore dell’Osservatorio europeo sulle droghe, in molti paesi si stanno adottando delle soluzioni, tuttavia “al momento gli stati membri dell’Ue sono stati molto chiari - ha detto Goosdeel a margine della conferenza stampa -, nessuno di loro sta prendendo in considerazione la legalizzazione della cannabis. Quello che vediamo è che molti paesi europei stanno adottando de iure o de facto politiche di depenalizzazione, questo significa che la tendenza è di non mandare in carcere chi usa la cannabis, perché sappiamo che in questo modo si creano solo più problemi che soluzioni”. Per il direttore dell’Osservatorio di Lisbona, invece, le questioni da seguire con attenzione sul suolo europeo riguardano soprattutto “le nuove sostanze e il nuovo modo in cui si presentano alcune sostanze. Come ad esempio l’Mdma che è più concentrata che in passato ed è più disponibile. In 18 paesi membri abbiamo più del 10 per cento di domande di trattamento”. Preoccupa anche lo stop registrato nei dati riguardanti l’uso di eroina. “In alcuni paesi c’è più eroina o eroina più pura - ha affermato Goosdeel -. Al momento non è una questione prioritaria, ma bisogna stare attenti e monitorare perché abbiamo bisogno di capire se si tratta solo di una stabilizzazione o di un indicatore di ripresa”.
Che ci sia bisogno di una maggiore attenzione sulle recenti evoluzioni del mercato della droga lo ha sottolineato anche il commissario europeo. “Solo nel 2015 sono state catalogate per la prima volta 100 nuove sostanze e il 70 per cento delle nuove sostanze psicoattive è stato intercettato soltanto negli ultimi cinque anni - ha affermato Avramopoulos -. Con l’aumento delle sostanze aumentano anche i rischi, soprattutto per i giovani. Tutto questo richiede una risposta chiara, forte, coerente e immediata sia a livello europeo che da parte dei paesi membri. Abbiamo bisogno di rinforzare il Sistema di allerta precoce e spero che l’agenzia nel futuro possa giocare un ruolo più forte”. Un impegno da rafforzare anche per contrastare il traffico di sostanze online. “Il nostro monitoraggio deve diventare più sistematico e più sofisticato - ha detto Avramopoulos -. Il nostro lavoro con i paesi membri e la comunità internazionale su cosa accade nelle piazze di spaccio online deve essere intensificato e le società che operano in Internet potrebbero lavorare insieme alle forze dell’ordine. Ed è per questo che, nell’ambito del Forum dell’Unione europea su Internet, stiamo organizzando una riunione di esperti la prossima settimana su come affrontare il traffico di droga online”.
Tuttavia, l’impegno della autorità nel contrasto al traffico di droga deve tener conto anche di altri fenomeni criminali. “Attività come il traffico di droga, il contrabbando e anche il terrorismo, si rafforzano a vicenda - ha spiegato Avramopoulos -. I collegamenti stanno diventando sempre più evidenti. Alcuni terroristi di Bruxelles avevano precedenti penali per droga. La lotta contro la criminalità organizzata può essere efficace solo se è intelligente, multiforme e completa. Possiamo fare la differenza cooperando maggiormente e scambiando maggiori informazioni. L’ho detto dopo gli attacchi di Parigi e di Bruxelles in relazione al terrorismo. Lo dico in relazione alla nostra lotta contro i trafficanti che mettono a rischio la vita dei migranti. Solo la scorsa settimana più di 700 migranti sono morti nel Mediterraneo. Combattere con la criminalità che traffica droga richiede un approccio europeo più coordinato, la fiducia tra tutte le parti interessate e la cooperazione con i paesi al di fuori dell’Ue. Questo è l'unico modo per proteggere l’Unione, i cittadini e gli immigrati dai criminali”.
Presto, infine, anche per far sì che la dipendenza patologica da gioco d’azzardo finisca sotto la lente d’ingrandimento dell’Osservatorio di Lisbona. Nonostante in alcuni paesi europei il tema della dipendenza da gioco d’azzardo sia studiato insieme alle dipendenze da alcol e tabacco, all’Osservatorio non sono ancora arrivate indicazioni in merito. “Se ci viene chiesto di lavorare su questo tema siamo pronti - ha assicurato Goosdeel -. Si tratta comunque di una dipendenza non legata a sostanze e rappresenta un serio problema in alcuni paesi, ma per il momento, nonostante io trovi il tema interessante, non è nel mandato della nostra agenzia e neanche in quello della maggior parte dei focal point nazionali. Questo significa che non sono stati ancora definiti standard nella raccolta dei dati”. (ga)