21 luglio 2023 ore: 12:26
Salute

Droghe. Carcere, il 30% dei detenuti ha problemi di tossicodipendenza

I dati 2022 della Relazione al Parlamento. Tra i detenuti tossicodipendenti, il 33% è straniero. Nel corso del 2022 le persone tossicodipendenti entrate in carcere dalla libertà sono state 15.509 (il 41% degli ingressi totali). Le persone in carico agli Uepe sono 73.982, il 48% delle quali per misure alternative alla detenzione, il 33% per misure di comunità - messa alla prova, il 13% per sanzioni di comunità e il 6% per misure di sicurezza
Carcere, detenuto straniero, sbarre - SITO NUOVO

ROMA - Il 31 dicembre 2022 risultavano presenti 56.196 detenuti (53.831 maschi; 2.365 femmine), 16.845 dei quali (pari al 30%) tossicodipendenti: il 97% di questi ultimi di genere maschile e il 33% di nazionalità straniera. A segnalarlo è la Relazione al Parlamento, secondo cui “dalle rilevazioni puntuali al 31 dicembre degli anni dal 1992 al 2008 si osserva una progressiva riduzione della quota di detenuti tossicodipendenti sul totale della popolazione carceraria, che dal 31% passa al 27%, raggiungendo il valore minimo (21%) nel 2006, anno durante il quale è stato concesso l’indulto. Negli anni 2009-2017 la proporzione si è mantenuta intorno al 24-26% per aumentare negli anni seguenti e raggiungere un valore pari a 30% nell’ultimo anno”.

Alla data del 31/12/2022, il 45% dei detenuti tossicodipendenti è presente negli istituti penitenziari delle regioni settentrionali, il 25% e il 30% in quelli delle regioni rispettivamente centrali e meridionali-insulari. A livello regionale, i detenuti tossicodipendenti incidono per meno del 15% sulla popolazione carceraria presente negli istituti penitenziari delle regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Calabria, mentre superano il 40% in quelli delle regioni Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e della provincia di Bolzano.
I detenuti tossicodipendenti di nazionalità straniera incidono per il 31% sulla popolazione carceraria straniera presente e per il 33% circa su quella tossicodipendente, mostrando un’ampia variabilità a livello regionale. La quota di persone tossicodipendenti sul totale degli stranieri presenti risulta compresa tra il 10% o meno negli istituti penitenziari delle regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Calabria e valori superiori al 45% in quelli delle regioni Lombardia ed Emilia Romagna e della provincia di Bolzano. Altresì, la quota di stranieri sul totale dei tossicodipendenti presenti supera il 45% nelle regioni Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Toscana e nelle province autonome di Bolzano e Trento, mentre non raggiunge il 10% nelle regioni Puglia, Basilicata e Sicilia.
“Considerando i detenuti sulla base della nazionalità, dal 1992 al 2022 la quota di tossicodipendenti di nazionalità straniera sul totale degli stranieri presenti al 31/12 di ciascun anno è aumentata progressivamente – sottolinea la Relazione -, passando dal 23% al 31%, a fronte della sostanziale stabilità, intorno al 30-32%, osservata in riferimento alla popolazione carceraria di nazionalità italiana”.

Nel corso del 2022 le persone tossicodipendenti entrate in carcere dalla libertà sono state 15.509 (7.457 nel I semestre; 8.052 nel II semestre), che corrispondono al 41% degli ingressi totali (38.125). Dal 2005 al 2014, la quota dei tossicodipendenti sul totale dei detenuti entrati dalla libertà è rimasta sostanzialmente invariata, intorno al 28-29%, per aumentare nel corso degli anni successivi, fatta eccezione per il 2021, anno durante il quale sono state adottate misure emergenziali di limitazione degli ingressi per contrastare il diffondersi della pandemia”. Nel corso dell’anno 2022, il 36% dei tossicodipendenti entrati dalla libertà è rappresentato da persone di nazionalità straniera (5.545), senza rilevanti variazioni nel corso degli anni, a fronte del decremento riferito alla quota di stranieri entrati dalla libertà sul totale degli ingressi annui che dal 44% del 2010 passa al 41% nel 2022.

Il 36% degli ingressi riferiti a persone di nazionalità straniera è rappresentato da tossicodipendenti, contro il 44% dell’incidenza registrata tra le persone di nazionalità italiana entrate nel circuito penitenziario nell’ultimo anno, quote che in entrambi i casi risultano in aumento.

Misure alternative al carcere

Al 31/12/2022 le persone in carico agli Uepe (Uffici per l’esecuzione penale esterna) per misure sono 73.982, il 48% delle quali per misure alternative alla detenzione (articolate in affidamento in prova, affidamento in prova per persone alcol/tossicodipendenti, detenzione domiciliare, semilibertà), il 33% per misure di comunità - messa alla prova, il 13% per sanzioni di comunità (che comprende lavori pubblica utilità per violazione legge stupefacenti e per violazione Codice della Strada) e il 6% per misure di sicurezza - Libertà vigilata.
Il lavoro di pubblica utilità (Lpu) è una sanzione penale sostitutiva, generalmente concessa a persone in stato di libertà, che trova applicazione nei casi specifici di violazione della Legge sugli stupefacenti e del Codice della Strada. Nel 2022, delle 9.276 persone che hanno beneficiato di questa misura, 694 hanno commesso reati in violazione del DPR n.309/1990, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento di quasi il 6% del numero complessivo delle persone che hanno usufruito della misura alternativa. “Nel corso degli anni si osserva un decremento dell’incidenza della concessione della sanzione Lpu alle persone che hanno commesso reati droga-correlati che, sul totale delle sanzioni Lpu, passa dal 16% del 2012 a poco meno dell’8% nel 2022, a favore di un aumento di quelle concesse nei casi di violazione del Codice della Strada”, precisa la Relazione.

Il 40% delle persone destinatarie delle sanzioni di comunità per aver commesso reati droga-correlati ha un’età compresa tra i 30 e i 44 anni, in percentuale superiore tra gli uomini, e il 21% tra i 45 e i 54 anni. Le persone di età inferiore a 30 anni rappresentano il 18%, mentre quelle di 60 anni e più corrispondono al 13%, con percentuali che risultano superiori tra gli uomini nel primo caso e tra le donne nel secondo.
Il 35% e il 15% delle sanzioni penali sostitutive che prevedono lo svolgimento di lavori di pubblica utilità per reati commessi in violazione della normativa sugli stupefacenti è stato concesso alle persone in carico agli Uepe delle regioni Sicilia e Lombardia. Rapportato al numero totale delle sanzioni di comunità concesse a livello regionale, si osserva che nelle regioni Valle d’Aosta, Campania, Sicilia e nelle province autonome di Bolzano e Trento la percentuale della misura concessa alle persone che hanno commesso reati droga-correlati raggiunge almeno il 40%, a fronte di una media nazionale pari all’8% circa.

Al 31 dicembre 2022 le persone in carico agli Uepe per misure alternative alla detenzione sono 35.802, con un aumento del 14% rispetto al 2021: l’11% del totale delle misure alternative concesse (n. 3.754, +6% rispetto al 2021) ha riguardato l’affidamento in prova al servizio sociale specifico per persone tossico/alcoldipendenti, in progressivo decremento nel corso dell’ultimo decennio (nel 2012 la quota rappresentava il 16% del totale delle misure alternative alla detenzione), a fronte di un progressivo aumento registrato per la misura concessa alle persone non specificatamente tossico/alcoldipendenti (dal 34% del 2012 al 56% nel 2022).
Il 47% delle misure di affidamento in prova specifiche per persone tossico/alcoldipendenti è stato concesso dalla detenzione e il 21% in misura provvisoria dalla detenzione, in particolare agli uomini, mentre il 23% degli affidamenti in prova è stato concesso dallo stato di libertà, soprattutto alle donne; il restante 8% dalla detenzione domiciliare o arresti. Il 95% delle misure specifiche è stato concesso a uomini e l’86% a persone di nazionalità italiana.
A livello nazionale, la quota di affidamenti in prova concessi alle persone tossico/alcoldipendenti risulta pari al 16% del totale delle sanzioni di comunità concesse, quota che nelle regioni Emilia Romagna e Umbria supera il 25%. Nelle regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Sicilia, invece, tale valore non raggiunge il 10%. Il 30% degli affidamenti in prova specifici per persone tossico/alcoldipendenti è stato concesso dai servizi sociali della regione Lombardia.

Nel 2021, il motivo principale delle revoche degli affidamenti concessi alle persone tossico/alcoldipendenti riguarda l’andamento negativo della misura: corrispondono al 64% del totale per le misure concesse dallo stato di libertà e al 68% per quelle dallo stato di detenzione. Riferendo l’analisi anche in questo caso agli anni dal 2012 al 2019 (per i quali oltre il 90% degli affidamenti in prova concessi a persone tossico/alcoldipendenti sono stati conclusi e archiviati), l’incidenza delle revoche per andamento negativo dell’affidamento concesso dalla condizione di libertà risulta superiore a quella rilevata per la misura concessa dallo stato di detenzione.
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