Droghe, conferenza nazionale slitta per Ungass. Grosso:"Era meglio anticiparla"
ROMA – Italia pronta per Ungass 2016, la sessione speciale dell’assemblea generale delle Nazioni unite, ma senza conferenza nazionale da ormai 7 anni, quando invece dovrebbe essere organizzata ogni tre. E’ Leopoldo Grosso, del gruppo Abele e portavoce del Cartello di Genova, a sottolineare un’attesa da parte del mondo delle tossicodipendenze che dura dal 2009, quando a Trieste è stata organizzata dal governo Berlusconi l’ultima Conferenza nazionale. Ad oggi, però, sull’agenda del governo c’è solo l’appuntamento di New York che si terrà dal 19 al 21 aprile 2016 a cui l’Italia parteciperà sostenendo le proposte e le posizioni elaborate in seno all’Unione europea. Proposte di cui si è parlato quest’oggi durante una conferenza tenutasi nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri e organizzata dal Dipartimento politiche antidroga. Un incontro preliminare che ha visto una larga partecipazione da parte di tutte le realtà che si occupano di dipendenze, oltre che la presenza di diverse cariche istituzionali, dal sottosegretario agli Affari esteri, Benedetto Della Vedova, al sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo.
Una presenza e un incontro “non scontati”, ha chiarito Leopoldo Grosso a margine del suo intervento, e che “riporta l’attenzione politica sul tema”. Tuttavia, ha aggiunto Grosso, sarebbe stato meglio arrivare ad Ungass dopo una Conferenza nazionale sulle droghe e sulle tossicodipendenze. “Sarebbe stato meglio anticiparla – ha affermato Grosso -. La conferenza doveva essere triennale, adesso è diventata settennale perché ne abbiamo saltata una e mezza. I cambiamenti nel mondo dei consumi sono stati enormi: noi abbiamo dei servizi che sono ancora tarati sulla dipendenza da eroina e non sul mondo dei nuovi consumi che sta prendendo il sopravvento. I servizi sono ancora poco attrezzati e non ci sono ancora chiare direttive e linee guida che in qualche modo portino ad un cambiamento”.
Per Grosso, gli ostacoli che hanno deviato il percorso verso una conferenza nazionale sono soprattutto di natura politica. “Abbiamo un governo di Alleanza nazionale – ha ironizzato Grosso - e sappiamo sulla droga i punti di vista divergono. Creano conflitto e per questo, con una povertà dilagante e una disoccupazione giovanile che ha le percentuali che sappiamo, è chiaro che non è un problema che viene messo sotto i riflettori come dovrebbe”. Nel frattempo, ha sottolineato ancora Grosso, “tutto l’assetto sanitario nazionale si è impoverito. Nei servizi per le dipendenze è fortemente diminuito l’organico, molte comunità hanno chiuso, i progetti che in qualche modo creavano servizi intermedi sono sempre più radi. C’è un minore investimento di fronte ad un problema che non è diminuito, non so se è aumentato ma sicuramente ha preso altre forme. La conferenza avrebbe messo tutto sul campo”. A chiedere un maggiore impegno alla politica e alle istituzioni anche don Armando Zappolini, rappresentante del gruppo di lavoro della Caritas sulle droghe. Nel suo intervento ha sottolineato ancora una volta “la necessità ed urgenza di una delega politica che faccia da riferimento per una complessità di esigenze e di scelte”. Tra le richieste alle istituzioni, anche quella di “non abbassare l’attenzione al sistema delle dipendenze: non solo risorse economiche ma anche centralità nelle politiche. Da diversi anni stiamo assistendo ad un calo di interesse e di intervento”.
Sulla scelta di posticipare la Conferenza nazionale rispetto all’evento organizzato dalle Nazioni unite ha chiarito Patrizia De Rose, direttore generale del Dipartimento antidroga che ha sottolineato l’attenzione del governo e del premier al tema delle tossico dipendenze. “La Conferenza nazionale si farà eventualmente dopo Ungass – ha spiegato De Rose -. Era logico aspettare. È importante andare ad Ungass, avere un quadro internazionale e poi tornare a casa e poter vedere quali sono i focus e i punti più importanti”. De Rose, inoltre, ha rassicurato: “Non abbiamo scartato la conferenza. Se non ci fosse stata l’opportunità di andare ad Ungass forse l’avremmo già fatta. Avevamo predisposto, anche i fondi. Era un nostro obiettivo ma alla fine, anche con le associazioni, è stata discussa la possibilità di andare alla conferenza dopo Ungass. E’ stata una scelta partecipata, non imposta”.
Sarà Ungass, quindi, l’evento catalizzatore di un nuovo confronto sul tema delle droghe anche sul territorio italiano e le priorità che l’Unione europea sottoporrà alle Nazioni unite, sono state evidenziate dal sottosegretario Della Vedova. Al primo posto c’è la “promozione di politiche sulla droga basate sul pieno rispetto dei diritti umani, su un approccio sanitario e sull’evidenza scientifica”, la protezione dei gruppi sociali più vulnerabili (donne e bambini), sia in ordine all’applicazione indiscriminata di norme repressive, sia in ordine alla diffusione delle sostanze stupefacenti. Tra le questioni prioritarie anche la promozione del principio di proporzionalità della pena e l’abolizione della pena di morte per i reati in materia di droga; la promozione dell’accesso alle droghe per uso medico e scientifico. Forte l’impegno Ue anche sul fronte della Salute, ha spiegato il sottosegretario De Filippo. “Vi è l’impegno degli Stati membri a promuovere attivamente la salute, l’assistenza sociale e il benessere degli individui e della società – ha aggiunto -, attraverso iniziative di riduzione della domanda basate sull’evidenza scientifica, che comprendano interventi di prevenzione e intercettazione precoce del disagio, trattamento, cura e assistenza sanitaria, nonché misure di riabilitazione e reintegrazione sociale. Si deve inoltre rivolgere l’attenzione alle misure di prevenzione e riduzione dei danni e delle conseguenze sociali dell’uso di droga”.(ga)