11 ottobre 2024 ore: 15:00
Società

Droghe, “la legge non colpisce i vertici delle organizzazioni malavitose, reprime solo gli ultimi anelli della catena”

Su Fuoriluogo.it l’analisi di Peppe Brescia sulla Relazione della Direzione centrale per i servizi antidroga. Aumentano i sequestri, ma solo per la cannabis, aumentano i minori denunciati per spaccio. Organizzazioni criminali, ‘ndangheta in continua ascesa. “Nell’anno che ha fatto registrare il record di presenze negli istituti penali minorili, 1 persona su 10 segnalata risulta avere meno di 18 anni. La strategia del governo appare chiara…”
Minori e droghe. Mano di ragazzo con sostanza - SITO NUOVO

Il “commercio illegale di droghe rappresenta tra le attività sia lecite che illecite quella più remunerativa”. Così si legge nell’introduzione della Relazione Annuale 2024 della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, divulgata lo scorso 8 Ottobre, in notevole ritardo rispetto alla canonica scadenza di giugno. “L’analisi dei dati contenuti nel documento, nel quale vengono riassunti i risultati conseguiti dalle forze di polizia nel contrasto al mercato delle sostanze illecite, restituisce fin dalla citazione iniziale un panorama cui, nostro malgrado, siamo ormai divenuti soliti”. Inizia così l’analisi di Peppe Brescia su Fuoriluogo.it, analisi che prende in esame proprio la relazione della Direzione centrale per i servizi antidroga.

“L’ingente mole economica generata dal traffico di sostanze illecite non si limita ad arricchire le economie dei cartelli dediti al narcotraffico – afferma Brescia -, ma contribuisce inoltre ad aggravare crisi ambientale e instabilità sociale, a causa di legami sempre più stretti tra criminalità organizzata italiana e consorterie criminali transnazionali. In merito ai gruppi criminali autoctoni, forte di una struttura di tipo orizzontale, la ‘ndrangheta si manifesta in continua ascesa a differenza di camorra e cosa nostra, che sono lacerate da fratture interne, e della mafia pugliese, che appare invece confinata ai territori controllati. In tale quadro, le stesse strutture criminali straniere facenti base in Italia hanno progressivamente sviluppato maggiore autonomia operativa”.

La svolta digitale dell’offerta di droghe in Italia

Secondo Brescia, due sono gli aspetti che “hanno contraddistinto i più recenti sviluppi del traffico di sostanze illecite: la digitalizzazione dell’offerta, mediante il ricorso alla tecnologia crittografica, e il progressivo utilizzo degli scali portuali, in ragione della capacità di controllo di questi ultimi. Lo scenario delineato trova diretto riflesso nel volume e nelle modalità delle sostanze trafficate, con cocaina, eroina e cannabis che continuano ad attestarsi nettamente come le droghe illecite di maggior diffusione”.

Cocaina. “Sebbene quasi integralmente prodotta tra Colombia, Bolivia e Perù, la disponibilità di cocaina a livello globale ha registrato negli anni un generale aumento – si precisa -. Comparando però i dati degli ultimi due anni, in Italia si è assistito a un calo di oltre sei tonnellate di cocaina sequestrati. Rispetto all’anno precedente, nel 2023 risultano in aumento sia le operazioni di polizia concluse che le persone segnalate all’autorità giudiziaria: 8.581 nel primo caso (+13,90%), e 13.357 nel secondo (+8,65%), con quasi 10mila arresti (+9,71%). In calo invece le statistiche dei sequestri di cocaina: 19.826,79 kg (-24,59%)”.

Eroina. “Se la produzione di cocaina si mantiene florida, quella di eroina appare invece quanto mai in flessione, circostanza immediatamente attribuibile alla restaurazione del regime talebano in Afghanistan – ricorda Brescia -. Non a caso, gli indici sul traffico di eroina in Italia nel 2023 hanno fatto rilevare una generale regressione in tutti i valori esaminati: le operazioni sono state 1.186 (-8,28%) e i quantitativi sequestrati sono diminuiti del 52,67%, così come appare in lieve contrazione anche il numero dei segnalati, 1.924 in tutto (-4,42%), con 1.258 arresti”.

Cannabis. “La Cannabis rappresenta la sostanza illecita di più ampio consumo, caratterizzata inoltre dal maggior numero di rotte utilizzate per il traffico. In base al luogo di produzione, a livello mondiale vengono infatti identificate cinque principali vie commerciali: la rotta latino-americana, la rotta balcanica, la rotta olandese, la rotta africana e la rotta adriatica. Le ultime due costituiscono i maggiori canali di approvvigionamento italiano. Il contrasto alla Cannabis si concretizza in risultati eterogenei: se, per quanto riguarda le piante, si nota una diminuzione di operazioni di polizia, quantitativi sequestrati e persone segnalate (rispettivamente del 21%, del 25% e del 31%), circa le infiorescenze, a fronte di indicatori in calo riguardo operazioni (2.606, -18,08%) e persone segnalate (2.662, -20,58%), si evidenzia un incremento di quantità sequestrate: 21,81%. In sensibile aumento, infine, le statistiche riferibili alla resina di Cannabis: 6.626 operazioni di polizia (+15%) hanno portato al sequestro di oltre 27 tonnellate (+81%) e all’arresto di quasi quattromila persone (+53%)”.

L’azione repressiva e le overdose. Continua Brescia:Focalizzandosi sull’operato delle forze dell’ordine, nel 2023 sono state condotte in totale 20.489 operazioni antidroga. Anche in questo caso, la cifra si attesta in aumento rispetto al 2022, nello specifico del +5,97%. Stesso discorso in riferimento alle persone segnalate, con numeri in aumento del 2,84%, da 26.910 a 27.674. Le fattispecie di reato più ricorrenti sono state quelle previste dall’art.73 del d.P.R. 309/1990 (produzione/traffico/spaccio), con le denunce ai sensi dell’art. 74 (associazione finalizzata al traffico illecito) che hanno riguardato solo il 10,48% delle persone deferite complessivamente. I minori segnalati sono stati 1.246: un incremento del 10,27%, per una cifra pari al 4,5% del totale. Nel 99,6% dei casi, la contestazione è stata quella di traffico/spaccio. In crescita del 16,61% anche i quantitativi sequestrati di sostanze stupefacenti, passati da 76.112,06 kg nel 2022 a 88.753,75 kg nel 2023”.
Venendo infine ai decessi causati per via diretta dall’abuso di sostanze illecite, nel 2023 essi sono stati 227, di cui 191 uomini e 36 donne. I livelli di mortalità più alti si riscontrano nelle fasce d’età superiori ai 25 anni, con il picco massimo in quella maggiore o uguale a 40 anni.

Tre riflessioni

Peppe Brescia conclude poi con tre spunti di riflessione. “Il primo ha a che fare in maniera diretta con gli esiti che la War on Drugs ha conseguito alle nostre latitudini. Se, come ricordato dalla Relazione stessa, l’illegalità del mercato garantisce una fluidità tale all’offerta per la quale, in qualsiasi situazione, ‘è come avere uno spacciatore in casa’, il contrasto al traffico illecito, ‘reato transnazionale per definizione, che non ha confini ma che, paradossalmente, gli assetti geografici rischiano di agevolare’, non può essere allora affidato a quella che viene definita ‘adozione di mirate strategie’, ossia una sempre più rigida militarizzazione del territorio, ma a politiche in grado di farsi carico della complessità della materia in un’ottica di gestione legale del fenomeno”.

La seconda riflessione, per certi versi riconducibile al primo punto, si ricollega invece alle fattispecie di reato. “Come detto, circa il 90% delle condanne ai sensi del testo unico sulle droghe si concentra attorno alla contestazione dell’art. 73. È così nell’85% dei casi che riguardano la cocaina, nel 90% di quelli che hanno al centro l’eroina e nel 96% di quelli inerenti le infiorescenze di Cannabis. In riferimento ai minorenni, il dato sale al 99%. Numeri che ricordano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, come la legge 309/90 sia ben lungi dal garantire alla giustizia i vertici delle organizzazioni malavitose, risolvendosi piuttosto in uno strumento di controllo e repressione indirizzato agli ultimi anelli della catena criminale, comprensivi prevalentemente della fascia dei consumatori, stretti tra il martello del mercato nero e l’incudine della normativa antidroga”.

Infine la terza considerazione, che “ci porta in conclusione all’operato del governo Meloni. Nell’anno che ha fatto registrare il record di presenze negli istituti penali minorili, una persona su dieci segnalata risulta avere meno di diciotto anni. Dal decreto rave al decreto Caivano, la strategia del governo appare chiara. Ai contenuti panpenalistici dei provvedimenti adottati dall’esecutivo non ha però fatto riscontro una pari sollecitudine dal punto di vista istituzionale. Se l’ultima edizione della Relazione Annuale al Parlamento è stata soggetta a critiche da parte delle associazioni del terzo settore a causa della lacunosità dei dati presentati, e la pubblicazione del report della DCSA giunge in ritardo di oltre tre mesi, per quanto riguarda invece la conferenza nazionale sulle dipendenze, che andrebbe convocata per legge entro la fine del 2024, è stata scelta la via del totale silenzio. Al di là della formalizzazione legislativa di nuovi divieti e restrizioni, è con questa negligenza che il governo si sta occupando della questione?”.
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