12 gennaio 2017 ore: 16:29
Salute

Droghe: nella Relazione al Parlamento niente dati sui consumi degli adulti

Più di 500 pagine di dati e grafici, ma neanche un accenno a quelli riguardanti la prevalenza e l’incidenza d’uso di droghe sulla popolazione generale adulta. Ripresi solo i dati Espad sugli studenti (già resi noti a fine 2016), quelli relativi ai controlli antidoping tra gli atleti e tra i militari italiani
Droghe, varie sostanze stupefacenti

ROMA – Dovrebbe essere (per legge) il documento di riferimento per quanto riguarda il problema delle tossicodipendenze in Italia, ma la Relazione annuale al Parlamento sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia 2016 (presentata al Senato dall’allora ministro Boschi il 6 dicembre, il giorno prima delle dimissioni di Renzi) sembra aver dimenticato qualcosa di importante: tra le sue 550 pagine (e non sono poche), mancano i dati sulla prevalenza e l’incidenza d’uso sulla popolazione generale. Ci sono i dati Espad sulla popolazione studentesca sul 2015 già noti, quelli sull’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope nei praticanti attività sportive sottoposti ai controlli antidoping, l’incidenza di positività rilevata tra le Forze Armate nell’anno 2015, ma i dati sulla popolazione adulta (quelli riguardanti la fascia d'età che va dai 18 ai 64 anni) mancano del tutto. Gli ultimi disponibili sono quelli raccolti dalla gestione Serpelloni, a lungo criticata soprattutto da parte del privato sociale, ma in generale, nelle passate edizioni della Relazione, veniva sempre inserito uno studio relativo alla popolazione adulta. Studi che, per via dei costi, vengono realizzati generalmente una volta ogni due anni, ma nelle relazioni c'è sempre stato un capitolo dedicato o con i dati preliminari o, l'anno successivo, con quelli consolidati. 

I dati sulla prevalenza dei consumi di sostanze illegati fra gli studenti di 15-19 anni riportati nella Relazione, invece, li conosciamo: sono quelli riportati nella ricerca Espad 2016 pubblicati a settembre dello scorso anno. Dallo studio del 2015 emerge che il 34 per cento degli studenti, quindi uno su tre, ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita e circa il 27 per cento nel corso dell’ultimo anno. Il 17 per cento ha utilizzato sostanze psicoattive illegali nel mese precedente l’indagine e il 4 per cento ne ha fatto un uso frequente (20 o più volte nell’ultimo mese nel caso di cannabis e 10 o più volte nel caso delle altre sostanze psicoattive illecite).  La sostanza maggiormente utilizzata dagli studenti è la cannabis, seguita da cocaina, stimolanti e allucinogeni, mentre l’eroina è quella meno diffusa. L’un per cento degli studenti ha assunto eroina nei dodici mesi precedenti lo studio, lo 0,7 per cento nel corso degli ultimi trenta giorni, di questi ultimi, però, il 57 per cento ne ha fatto un uso frequente, corrispondente allo 0,4 per cento di tutti gli studenti italiani. Tra le sostanze monitorate ci sono anche gli psicofarmaci non prescritti dal medico: il 18 per cento degli studenti ha affermato di averli utilizzati almeno una volta nella vita e uno studente su dieci, invece, di averli assunti almeno una volta nell’ultimo anno. “A differenza di quanto rilevato per tutte le altre sostanze psicoattive – spiega la relazione -, sono soprattutto le studentesse a utilizzare psicofarmaci non prescritti”.

Tra i dati pubblicati nella relazione quelli della Sezione per la Vigilanza ed il controllo sul Doping e per la tutela della salute nelle attività sportive ha effettuato controlli sull’uso di sostanze stupefacenti nei praticanti attività sportiva su 177 manifestazioni sportive lungo il 2015. Sono 860 gli atleti ai cui è stato fatto un controllo antidoping, per il 68,7 per cento maschi, con un’età media complessiva pari a 27,6 anni. Dai dati, però, emerge che “l’0,8 per cento del campione, corrispondente a 7 soggetti, è risultato positivo a sostanze vietate sia dalla Legge 309/90 sia dalla Legge 376/00: si tratta di soggetti tutti di genere maschile, di età media 27 anni, ai quali è stata riscontrata l’assunzione di cannabis e derivati (5 atleti) e di cocaina (restanti 2 atleti)”. I dati più interessanti riguardano quelli provenienti dall’Amministrazione della Difesa sulla diffusione e all’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope tra le Forze Armate e l’Arma dei Carabinieri. “I soggetti sottoposti a esame tossicologico nell’Esercito Italiano sono stati 20.275 – spiega la relazione -, dei quali lo 0,2 per cento è risultato positivo a cocaina, oppiacei, altre sostanze e, nel 53 per cento dei casi, ai cannabinoidi. Nella Marina Militare sono stati sottoposti a esame tossicologico 2.467 militari per i quali sono stati effettuati 13.959 test, tutti negativi. L’Aeronautica Militare ha effettuato 100.191 test su 19.716 soggetti: lo 0,1 per cento è risultato positivo ad amfetamine, cannabinoidi, cocaina, oppiacei, benzodiazepine e altre sostanze. Nell’Arma dei Carabinieri i soggetti sottoposti a esame sono stati 362 tra i quali sono state riscontrate 2 positività alla cocaina”. 

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