Dublino, deludono le proposte della Commissione Ue. Cir: “Inadeguate”
ROMA – Una “opportunità persa”, le proposte della Commissione europea sulla riforma Dublino sono “totalmente inadeguate”. Non usa mezzi termini il Consiglio italiano per i rifugiati sulle proposte presentate ieri da Bruxelles sul sistema Dublino. Per Christopher Hein, portavoce del Cir, si tratta di una “opportunità persa per quella che avrebbe dovuto essere una riforma strutturale - spiega Hein -. L’approccio adottato dalla Commissione è assolutamente riduttivo e il principio base per determinare lo stato responsabile ad analizzare le domande d’asilo rimane sostanzialmente invariato: si continua a penalizzare fortemente, in primo luogo, i richiedenti asilo e, in secondo luogo, i paesi di primo arrivo. Basare tutto sulla misura del reinsediamento che ha già dimostrato di essere del tutto inefficace, non è per noi la via giusta”.
La riforma, spiega il Cir, prevede delle correzioni nell’attribuzione delle responsabilità solo di fronte ad arrivi “sproporzionati” di richiedenti asilo in un dato paese dell’Ue. “Per sproporzionati si intendono quegli arrivi che superino del 150 per cento il numero di riferimento considerato gestibile rispetto alla grandezza e al benessere del Paese – aggiunge il Cir -. Allo stesso tempo vengono introdotte misure che vanno a penalizzare i richiedenti asilo che si sottrarranno agli obblighi imposti dal Regolamento Dublino: ancora una volta i diritti dei richiedenti asilo in Europa vengono ridotti”.
La proposta della Commissione, tuttavia, presenta anche aspetti positivi, tra cui “la penalizzazione finanziaria introdotta per gli Stati che si sottrarranno agli obblighi del ricollocamento – spiega il Cir -, l’estensione dell’accesso alla misura del ricollocamento a tutti i richiedenti asilo indipendentemente dalle nazionalità e l’annunciato ampliamento della nozione dei familiari con i quali si potrà richiedere una riunificazione in un altro paese dell’Unione”. Per Hein, però, le modifiche proposte non convincono. “Temiamo che il Sistema così corretto sia condannato a un nuovo fallimento - chiarisce Hein -.Solo 3 anni fa brindavamo alla costruzione di un Sistema d’Asilo Comune che si è dimostrato del tutto inadeguato – aggiunge Hein -. Crediamo che anche questa volta le previsioni legislative che si vogliono introdurre si basano più su un difficile bilanciamento degli interessi dei singoli stati che sulla costruzione di un sistema lungimirante per la gestione dei flussi di migranti e rifugiati nel territorio dell’Unione”.
Per superare i limiti del Regolamento di Dublino, però, occorre altro. “Dovremmo prevedere ben altre misure - spiega Hein -: innanzitutto poter contare su un utilizzo molto più ampio delle misure di ricollocamento, con un forte correttivo legato ai legami culturali, relazionali e familiari dei richiedenti asilo con i paesi di destinazione, e introdurre il mutuo riconoscimento delle istanze positive d’asilo. Siamo convinti che solo con uno status d’asilo europeo i movimenti secondari irregolari all’interno dell’Unione avranno fine”.