Due eritree nel Cie. “Gravissimo, se rimpatriate rischiano la vita”
Il Cie di Ponte Galeria a Roma
ROMA – Sono state fermate mentre cercavano di varcare il confine italiano e andare in Germania. Ora due ragazze eritree, poco più che maggiorenni, sono detenute “in maniera illegittima” nel Cie di Ponte Galeria, alle porte di Roma, con il rischio di essere rimandate indietro, proprio in quel paese dal quale stanno scappando. A denunciare il caso sono Asgi, l’associazione studi giuridici per l’immigrazione e Coda, il centro operativo per il diritto d’asilo, che attraverso il suo osservatorio monitora le prassi illegittime e le violazioni in tema di immigrazione.
“Questo trattenimento infrange le più banali e basilari norme sul diritto d’asilo – spiega Lucia Gennari, che sta seguendo una delle due ragazze e membro di Coda -. La legge, infatti, dice chiaramente che sono illegittimi i trattenimenti e le espulsioni di persone che se rimpatriate potrebbero essere sottoposte a trattamenti inumani. O addirittura rischiare la vita”. Le ragazze, dopo essere sbarcate in Sicilia nel marzo scorso, hanno attraversato la penisola per cercare, come tanti altri migranti in transito nel nostro paese, di andare nei paesi del Nord Europa. Per questo non si erano fatte identificare all’arrivo nel nostro paese né avevano presentato domanda d’asilo, così come prevede invece il regolamento di Dublino. Ma al confine tra Milano e Monaco sono state fermate, identificate, e hanno ricevuto un provvedimento di espulsione con trattenimento nel Cie di Ponte Galeria. “Non capisco perché siamo qui – spiega una delle due ragazze -. Stiamo malissimo, speriamo di uscire presto, non ce la facciamo più”.
“Abbiamo chiesto al giudice di pace di riesaminare la misura ma l’esito è stato negativo – continua Gennari -. Quindi ora c’è il rischio che debbano fare ritorno in Eritrea, sarebbe davvero assurdo”. Per evitare il rimpatrio forzato l’ultima possibilità ora è appellarsi a Strasburgo. “Faremo ricorso in via cautelare alla Corte europea dei diritti dell’uomo – spiega Salvatore Fachile dell’Asgi – si tratta di un caso grave e inusuale, a nostra memoria, infatti, i cittadini eritrei non sono mai stati trattenuti in un centro di identificazione ed espulsione. Di certo, si tratta di una detenzione illegittima, non è possibile la deportazione di cittadini che provengono da paesi come l’Eritrea. Non capiamo – aggiunge – se questa è il sintomo di una nuova strategia attuata dall’Italia per contrastare il tentativo di cittadini stranieri, eritrei e siriani in particolare, di non fare richiesta d’asilo nel nostro paese e sottrarsi così alle regole rigide di Dublino. Questa stretta sulle identificazioni potrebbe essere in linea con la richiesta, inserita nell’Agenda europea, di rispettare gli obblighi di legge sulle identificazioni. Ma servirebbe piuttosto una trattativa sulla possibilità di riformare il regolamento Dublino, non si può ancora pensare di mantenere in essere queste regole”. (ec)