Due nuovi empori solidali in Emilia-Romagna: l'obiettivo è arrivare a 20
REGGIO EMILIA – In Emilia-Romagna aprono 2 nuovi empori solidali: il 3 settembre inaugura quello di Guastalla (Reggio Emilia), mentre per Reggio Emilia si dovrà aspettare la fine dell’anno. Si arriverà così a quota 14 market attivi in regione, a cui se ne aggiungono altri 3 in fase di avvio e altrettanti in fase di progettazione, per un totale di 20. “Non arriviamo certo per primi, ma arriviamo con un grande bagaglio di esperienze”, dice Federica Severini di DarVoce, il centro servizi volontariato della provincia di Reggio Emilia, che è capofila del progetto dell’emporio reggiano e fa parte del neonato Coordinamento degli empori solidali emiliano-romagnoli. “Fino a poco tempo fa, a Reggio Emilia la distribuzione di cibo alle persone in condizione di povertà era molto frammentata – continua Severini – Il problema è che la povertà aumenta mentre il cibo a disposizione è sempre meno perché le aziende fanno poco magazzino per risparmiare, da qui l’idea, a cui lavoriamo da tempo, di aprire un emporio, modalità che sta rispondendo alle esigenze delle cosiddette nuove povertà”. A Guastalla l’idea di creare un emporio è nata un anno e mezzo fa dal Tavolo delle nuove povertà che riunisce tutte le associazioni che si occupano di persone in condizioni di difficoltà e che già fanno distribuzione di pacchi alimentari. L’obiettivo? “Dare una dignità diversa alla distribuzione alimentare”, spiega Matteo Artoni, assessore al Welfare del Comune di Guastalla.
Nato dalla volontà di varie associazioni che si occupaziono di povertà, tra cui Anteas, Auser, Caritas, Chiesa Evangelica Guastallese, Croce Rossa, San Vincenzo, Un bambino per amico, l’emporio solidale di Guastalla avrà sede in un locale messo a disposizione del Comune ed è stato allestito grazie al presidio locale di Coop Alleanza 3.0 che ha donato carrelli e scaffali e che fornirà il fresco invenduto in giornata. Gli utenti devono avere residenza nel comune da almeno 6 mesi o regolare permesso di soggiorno in caso di cittadini stranieri, e Isee inferiore a 10 mila euro, e possono accedere attraverso lo Sportello sociale del Comune, i centri di ascolto Caritas, Anteas e Chiesa Evangelica. “Partiamo con 80 persone ma credo che aumenteranno – continua Artoni – Speriamo, infatti, di riuscire a intercettare tutte quelle persone che sono in una situazione di povertà ma che, per vari motivi, non si rivolgono ad associazioni o ai servizi”. L’idea è di creare un “luogo piacevole, non un posto in cui la persona povera va e prende la borsa alimentare ma un luogo in cui, oltre a poter fare la spesa come in un normale supermercato, le persone possono partecipare a incontri, iniziative e socializzare”, spiega l’assessore. L’emporio è stato presentato a luglio in un’iniziativa pubblica, “con cui abbiamo riempito una sala”, e ha coinvolto subito una trentina di volontari. La maggior parte è rappresentata da quelli delle associazioni ma ci sono anche cittadini non legati a organizzazioni di volontariato. Il 3 settembre alle 10.30 è in programma l’inaugurazione a cui parteciperà anche la deputata Maria Chiara Gadda, relatrice e prima firmataria della Legge contro lo spreco alimentare e di medicinali. Poi l’emporio sarà aperto due giorni alla settimana, indicativamente il martedì e il venerdì.
A Reggio Emilia l’emporio sarà di quartiere. “Una dimensione che abbiamo scelto perché non sia solo un supermercato ma un luogo di relazione in cui sia possibile seguire le famiglie – spiega Severini – A breve inizieremo un lavoro di sensibilizzazione nel quartiere Gardenia, dove aprirà l’emporio, perché non vogliamo che sia qualcosa che le persone subiscono, ma un’iniziativa partecipata”. L’emporio è finanziato dalla Fondazione Manodori e dalle associazioni che lo sostengono (Caritas, Comune di Reggio Emilia, DarVoce, Auser, Associazione Papa Giovanni XXIII, Protezione civile, Associazione Servire l’uomo e Associazione Solidarietà) e seguirà 50/60 famiglie a rischio scivolamento verso la povertà indicate dai Servizi sociali con la collaborazione della Caritas. La spesa si farà con una tessera a punti ricaricabile per un periodo di tempo, eventualmente rinnovabile. “Non si tratta di assistere le persone per sempre ma di aiutarle a riprendersi – continua Severini – Per questo la presa in carico sarà totale anche con servizi di sostegno per le famiglie”. Al momento è in corso l’allestimento e DarVoce lancia un appello per trovare volontari, risorse e cibo. “Cerchiamo persone, volontari di associazioni ma anche cittadini, che vogliamo sostenere il progetto, ma vogliamo coinvolgere anche il profit, non solo nel dare fondi, ma anche per fornire servizi che aiutino le persone a diventare autonome – conclude Severini – L’idea poi è di replicare l’esperienza dell’emporio di quartiere anche in altre zone della città”.
Dal 2008 sono stati aperti 60 empori in 16 regioni. In Emilia-Romagna sono 20, di cui 12 attivi, 5 in fase di avvio (tra cui i 2 reggiani) e 3 in progettazione. Quelli attivi impiegano in totale 458 addetti, di cui 16 dipendenti e 422 volontari. Dei 12 market solidali già attivi 3 sono in provincia di Parma (l’emporio Valtaro a Borgo Val Taro; Dire, fare, creare a Parma; Val Parma a Lesignano); 3 in provincia di Modena (Il pane e le rose a Soliera, Portobello a Modena, Il Melograno a Sassuolo); 3 in provincia di Bologna (Case Zanardi in via Capo di Lucca e in via Abba a Bologna, No sprechi a Imola); 2 in provincia di Forlì-Cesena (gli Empori della solidarietà a Forlì e Cervia) e uno a Rimini, #emporiorimini. I 5 in fase d’avvio sono a Guastalla (Reggio Emilia) che apre il 3 settembre, Reggio Emilia che sarà avviato entro la fine del 2016, Ferrara e altri 2 a Bologna. I 3 in fase di progettazione nasceranno a Piacenza, Vignola (Modena) e Ravenna.
Il 10 settembre a Cervia si terrà il primo Festival regionale degli empori solidali promosso dal Coordinamento degli empori solidali emiliano-romagnoli, un’occasione per accrescere le proprie competenze, permettere a chi è attivo ogni giorno nei market regionali di incontrarsi, confrontarsi, mettere a disposizione degli altri la propria esperienza e presentarsi a chi è interessato a dare una mano o a replicare l’esperienza degli empori altrove. (lp)