21 ottobre 2013 ore: 14:49
Immigrazione

E’ morto Ousman, ragazzo senegalese ustionato nel ghetto di Campobello di Mazara

Era ricoverato da due settimane al Civico di Palermo per ustioni gravissime: il suo fornelletto da campo aveva preso fuoco. Viveva nel “ghetto” della cittadina trapanese, accampato con altri 600 africani lavorando alla raccolta delle oliv
Campo di braccianti africani in Sicilia

PALERMO - E’ morto Ousman, ragazzo senegalese ustionato nel ghetto di Campobello di Mazara. Era ricoverato da due settimane al Civico di Palermo per ustioni gravissime: il suo fornelletto da campo aveva preso fuoco. Viveva accampato con altri 600 africani lavorando alla raccolta delle olive.
Il campo dove viveva il giovane senegalese di ventisei anni, infatti, è in una situazione di forte degrado ed è vicino alle palazzine popolari di Contrada Erbe Bianche, di fronte ad un oleificio: un gruppo di case in rovina, un tempo abitate da meno di una decina di persone e oggi stracolme all’inverosimile di migranti africani.
A causa delle condizioni di vita gli incidenti sono dietro l’angolo, come quello del giovane senegalese.  Nel campo, come detto, vivono in più di 600, quasi tutti africani. Arrivano dalla Campania, dalla Puglia e da altre città della Sicilia: Palermo, Catania, Messina perché c'è la raccolta delle olive.
“Sono l’inconsapevole anello debole di un enorme sistema di manovalanza a basso costo itinerante, che attraversa tutto il meridione – scrive Egidio Morici nel suo blog www.500firme.it  -. Poco importa quanti siano in regola col permesso di soggiorno, il punto è un altro: il loro lavoro costa meno della metà. E fa comodo ai proprietari terrieri di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, per la raccolta delle olive. Tutto il resto sembra contare poco”.

“Alle 5 e mezzo del mattino si fanno trovare in vari punti della cittadina. I ‘padroni’ passano con macchine e trattori. E scelgono i loro operai. I più ‘appetibili’ sono quelli col panino e la bottiglia d’acqua - continua Morici -, gli altri rischiano di tornarsene al campo. Ecco perché, dopo qualche giorno, scatta la corsa al panino, prezioso lasciapassare per una giornata di lavoro massacrante nelle campagne di una Sicilia che compra la dignità dei disperati. Una dignità svenduta da gente senza scrupoli, probabili pedine di un caporalato di incredibili proporzioni”.

Non è un fenomeno nuovo a quanto pare a Campobello. Quest’anno però è stato deciso di chiudere l’acqua delle fontanelle pubbliche vicino al campo. “Qualcuno però ha messo a disposizione un rubinetto, anche se ad un chilometro di distanza – racconta Morici -. L’acqua viene messa dentro bottiglie, bidoni, o direttamente nei secchi e viene trasportata al campo con dei vecchi carrelli per la spesa. Quando serve, viene scaldata accendendo dei fuochi.”

“Il campo è pieno di tende monoposto e di baracche improvvisate. Ci sono vecchie lavastoviglie usate come tavolini, pezzi di armadio usati come separé per lavarsi e cambiarsi – continua Morici nella sua descrizione del campo -. Nelle vicinanze c’è una cava piena di eternit. Ed è proprio con l’eternit che sono state fatte le pareti dei ‘bagni’, lastre spezzate che racchiudono un metro quadrato di terreno, dove i bisogni vengono coperti in una buca. Pezzi di recipienti di eternit circondano fuocherelli dove verrà cucinato qualcosa. I più fortunati sono riusciti a procurarsi una bombola di gas”.

Il Comune di Campobello, commissariato dopo l’arresto dell’ex sindaco Ciro Caravà, ha ricevuto numerose segnalazioni in merito allo stato del campo in cui vivono questi braccianti africani. Alcuni cittadini hanno richiesto almeno la presenza di un presidio sanitario e di autobotti d’acqua.

Nel 2006 Caravà aveva acquistato una struttura per realizzare un centro d’accoglienza. Oggi, al suo interno stazionano però i furgoni della TNT. In questi giorni dovrebbe essere convocato un tavolo tecnico con i commissari del Comune per valutare la possibilità di spostare il campo, garantendo delle condizioni di vita migliori. Intanto, sull’esempio dell’impegno dei ragazzi volontari di Campobello di Mazzra, associazioni e cittadini comuni, stanno facendo arrivare acqua da bere, pasta, coperte in attesa che il comune decida sul da farsi. (set)

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