Ecco gli eroi dei diritti umani 2017: tra i premiati Alessandro Leogrande
ROMA – “Con la sua scrittura, accompagnata dalla sua passione civile e sociale, ha avuto il merito di raccontare molti dei temi principali del nostro tempo: dal dramma dei migranti, al caporalato, alle torture e le sparizione forzate di migliaia di persone durante le dittature sudamericane. Lo ha fatto con i suoi, molti, articoli apparsi su diversi giornali e riviste, e anche con la pubblicazione di alcuni libri. E lo ha fatto spesso quando questi temi non avevano ancora tutta la copertura che, nel bene e nel male, hanno ricevuto in questi ultimi tempi”. E’ questa la motivazione con cui Cild (Coalizione italiana libertà e diritti civili) ha assegnato il premio di eroe dei diritti umani nella categoria giornalisti, ad Alessandro Leogrande, lo scrittore e giornalista recentemente scomparso. Insieme a lui verranno premiati il prossimo 15 dicembre a Roma gli altri protagonisti dell’impegno civile, persone che si sono distinte, nel corso dell’anno, per la promozione e protezione delle libertà civili, contribuendo a diffondere la cultura dei diritti umani nel nostro Paese.
Tra questi c’è Franco Lorenzoni, il maestro elementare che insegna a Giove in Umbria, fondatore dell’associazione Cenci Casa-Laboratorio. Di fronte all’impasse parlamentare ha lanciato - insieme a numerosi insegnanti - una campagna per l’approvazione dello ius soli e ius culturae, attraverso un appello a scioperare a staffetta. Wajahat Abbas Kazmi viene premiato, invece comegiovane attivista: è un regista pakistano che ormai da molti anni vive e lavora in Italia. Partecipando a numerosi Pride si può incontrare con il suo cartello rainbow con scritto “Allah Loves Equality”. È questo un progetto che vuole sfidare gli integralismi del nostro tempo raccontando, attraverso un documentario, le discriminazioni contro le persone Lgbt che vivono in Pakistan, uno degli stati più omofobi al mondo. Tra i premiati c’è anche Fabio Anselmo avvocato di Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Riccardo Magherini, Davide Bifolco, Denis Bergamini. “Grazie alla sue grandi capacità legali - accompagnate anche dalla capacità di far uscire i casi dalle aule dei tribunali, arrivando a farli conoscere all’opinione pubblica - Fabio Anselmo è riuscito a scalfire il muro di omertà che spesso accompagna i reati compiuti da organi dello Stato riuscendo a far emergere, anche a distanza di anni, la verità sui fatti” si legge nelle motivazioni del premio. Come sportivo il riconoscimento va a Damiano Tommasi presidente dell’Associazione italiana calciatori che si è più volte distinto per il suo impegno sul fronte dell’integrazione riconoscendo il valore che lo sport in generale e il calcio in particolare possono ricoprire in questo senso. Lo ha fatto anche partecipando ad iniziative promosse da squadre di calcio che dell’impegno verso l’integrazione dei migranti fanno la loro ragione fondativa come Atletico Diritti e Liberi Nantes.
L’account collettivo Giulio Siamo Noi riceve il premio come media: Il 27 gennaio 2015 Giulio Regeni scomparve al Cairo. Il suo corpo senza vita fu trovato pochi giorni dopo. Evidenti erano i segni delle torture. Da quel momento, in tutta Italia, in tanto hanno iniziato a chiedere “Verità per Giulio Regeni” al fianco della famiglia del giovane ricercatore. Tra questi su twitter è nato l’account collettivo “Giulio Siamo Noi” che, a distanza da quasi due anni, continua a tenere alta la pressione sulle istituzioni italiane affinché non si fermi l’attività investigativa e politica per giungere all’individuazione dei colpevoli. Inoltre questo collettivo ha lanciato iniziative e mobilitazioni, tra le quali si ricorda la richiesta a musicisti e attori di indossare dei braccialetti gialli durante il Festival di Sanremo e la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Infine nel tempo l’account del collettivo è diventato un punto di riferimento per avere notizie sulle violazioni dei diritti umani che avvengono in particolare in Egitto dove numerosi giornalisti, avvocati e attivisti sono scomparsi o incarcerati. Tra i premiati c’è anche Manlio Milani che era in piazza della Loggia il 28 maggio 1974 quando una bomba esplose durante una manifestazione contro la violenza neofascista uccidendo 8 persone, tra cui la moglie riceve. Da allora ha dedicato le sue energie alla richiesta di verità e giustizia per quanto accaduto, divenendo presidente dell’Associazione familiari dei caduti di Piazza Loggia e partecipando alla fondazione dell’Unione familiari vittime stragi. Nel 200 ha fondato inoltre con Comune e Provincia di Brescia la Casa della Memoria, centro di documentazione sulla strage bresciana e la violenza terroristica, neofascista in particolare. Infine Manila Flamini, Giorgio Minisini ricevono il premio come sportivi: con l’esercizio “A scream from Lampedusa”, dedicato al dramma dei migranti morti nel Mediterraneo, il duo ha conquistato la medaglia d’oro nel duo tecnico misto ai mondiali di nuoto Budapest. Una scelta controcorrente la loro rispetto al sentimento di intolleranza verso i migranti e di indifferenza verso le stragi in mare dove migliaia di persone perdono la vita, che gli è anche costato l’attacco da parte di alcuni rappresentanti istituzionali e politici italiani, ma che ha dimostrato la sensibilità del duo verso questo grande dramma del nostro tempo. La cerimonia di premiazione si terrà il 15 dicembre a partire dalle ore 17.00. Lo location scelta per l’evento è la Biblioteca Interculturale Cittadini del Mondo (via Opita Oppio 45), un luogo aperto alle persone che vivono in una delle zone più multietniche della città.