Ecco il "modello Milano" della riforma del terzo settore
MILANO - "Di fronte alla riforma del terzo settore ogni onlus deve chiedersi qual è la sua identità oggi e cosa vuole essere nel futuro": così Ivan Nissoli, presidente del Ciessevi di Milano, ha aperto oggi alla Camera del lavoro il ciclo di incontri e appuntamenti per volontari ed enti non profit nei quali verranno sviscerate e spiegate tutte le novità e i cambiamenti previsti nelle norme del decreto legislativo 117 del 2017. Il ciclo di incontri, “Terzo Settore in costruzione”, è promosso insieme al Forum del Terzo Settore Città di Milano e Martesana. Un percorso che coprirà un arco temporale di due anni e che chiama in causa direttamente non solo le oltre 15 mila non profit del territorio metropolitano, gli oltre 240 mila loro volontari, ma anche tutte le realtà pubbliche e private della città e della regione. "In questa prima fase dobbiamo preoccuparci soprattutto del ripensamento culturale portato da queste norme -ha aggiunto Paolo Petracca, presidente del Forum-. Dal punto di vista tecnico, sia noi che il Ciessevi mettiamo a disposizione tutti i nostri uffici per supportare le organizzazioni non profit nei passaggi giuridici necessarie per adeguarsi alla riforma".
Durante l'assemblea di apertura del ciclo di incontri, è intervenuto con un video messaggio anche il sottosegretario del Ministero delle politiche sociali, Luigi Bobba, che ha annunciato l'emanazione nei prossimi mesi di un decreto legge correttivo della riforma (vedi lancio precedente). Recepirà "alcune delle osservazioni che ci sono arrivate in questi mesi sugli aspetti che non vanno della riforma". Bobba ha assicurato che la campagna elettorale e il voto in primavera non toccheranno l'attuazione della riforma. "Ci sono tutte le condizioni perché entro la fine della legislatura siano emanati i decreti attuativi ancora mancanti".
In questo primo incontro è stato lanciato anche il "modello Milano" dell'applicazione della riforma. "In questa sala ci sono rappresentanti di tante realtà non profit con storie e origini molto diverse -ha detto Paolo Petracca-. Ed è nella capacità di fare rete che si gioca la scommessa della riforma. È il modello Milano". E sarà proprio il capoluogo lombardo ad ospitare la sede della Fondazione Italia Sociale, una delle novità della riforma, accolte finora con freddezza dal mondo non profit, perché teme che la fondazione "governativa" (il presidente viene nominato dal ministero delle Politiche sociali) finisca per fagocitare le risorse finanziarie che ogni onlus con fatica cerca di raccogliere attraverso le proprie campagne. "Le cose che la Fondazione potrà fare o si sperimentano a Milano o non si sperimentano da nessuna parte", ha avvertito Petracca. (dp)