Educazione al consumo, ecco il “dietro le quinte” dell’industria alimentare
- MILANO - Qual è la storia delle cose che mangiamo? Da dove arriva e che strada ha percorso la bistecca che abbiamo nel piatto? Cosa c'è nei biscotti che immergiamo nel latte al mattino? A Fa' la cosa giusta!, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo dal 10 al 12 marzo a Milano, tre "polmoni culturali" sveleranno il dietro le quinte di un fetta dell'industria alimentare. Grazie a tre mostre dedicate all'olio di palma, alla carne e al commercio equo e solidale. L'obiettivo è educare al consumo, cercando di fare chiarezza tra tante informazioni discordanti che si possono trovare sul web. A partire dal fatidico olio di palma: ormai molti prodotti vengono promossi spingendo sul fatto che non ne contengono. Ma l'olio di palma fa male o no? Il percorso "Olio di palma, tra miti e realtà", illustra le trasformazioni che questo olio subisce per essere poi utilizzato dall’industria alimentare (in origine è ricco di sostanze antiossidanti e carotenoidi che vanno però quasi del tutto perse nei successivi passaggi di raffinazione e decolorazione) e perché è tanto utilizzato (uno dei motivi è che l’olio di palma costa meno di altri grassi vegetali, anche grazie all’elevata resa per ettaro della sua coltura). Viene offerta una visione sintetica di tutte le questioni aperte, compreso l’impatto dell’olio di palma sull’ambiente, aiutando a leggere abitudini alimentari quotidiane e nuovi stili di vita.
Vegani o meno, l'allevamento degli animali da carne ha ripercussioni su tutti. Nell'ultimo mezzo secolo, il consumo di carne è aumentato di cinque volte e, secondo la Fao, raddoppierà entro il 2050. Ma l'industria della carne inquina, consuma enormi quantità di acqua e gli stili di allevamento non solo non rispettano gli animali, ma creano un prodotto di bassa qualità. Con Slow meat, mostra creata da Slow Food, i visitatori di Fa' la cosa giusta! capiranno qual è il vero prezzo della bistecca. Un prezzo più salato di quello che si paga alla cassa del supermercato. Dalle materie prime con cui sono fatti i mangimi fino alle conseguenze sulla biodiversità, Slow meat svela tutta la filiera della carne. Proponendo anche un'alternativa, non necessariamente vegana.
Infine, il terzo polmone è dedicato al commercio equo solidale. Una grande mostra per spiegare cos'è e raccontare la sua ormai storia, che ha avuto inizio ormai 50 anni fa. La narrazione si declina in 26 stendardi di tessuto che affrontano la storia, i numeri, i valori, le pratiche, i protagonisti del commercio equo. Ogni stendardo ha un focus: si parte dai meccanismi iniqui del commercio globale per arrivare ai valori fondanti del commercio equo, come il motto “Trade not aid” che ispirò l'opera dei suoi pionieri, gli impatti positivi sulle comunità locali, la filiera equa, il prezzo trasparente, i prodotti - alimentari e di artigianato -, l'attenzione all'ambiente e il domestic fair trade: fino a riprendere il bandolo delle scelte quotidiane di noi consumatori, a cui tocca la responsabilità di sostenere un commercio più giusto. (dp)