Elezioni, il giorno dopo: il mondo della disabilità, tra scetticismo e fiducia
ROMA – Il mondo della disabilità accoglie con prudenza e preoccupazione i risultati elettorali: le associazioni che durante la campagna elettorale avevano rivolto accorati appelli ai candidati indicando le priorità dal punto di vista delle persone disabili e delle loro famiglie, oggi non manifestano ottimismo e fiducia, di fronte agli esiti del voto. Ad alcuni rappresentanti dell'associazionismo per la disabilità, abbiamo rivolto tre domande “a caldo”, il giorno dopo il voto e con i risultati che iniziano a definirsi sempre meglio. Le posizioni sono diverse e gli stati d'animo oscillano tra il totale scetticismo – la “paura di dover ricominciare tutto daccapo” -, la prudenza di fronte a una “incognita di difficile lettura” e la fiducia verso “nuovi scenari di supporti concreti”.
Verso una buona stagione per la disabilità? Prudenza da parte della Fish: "Siamo una organizzazione molto cauta nelle analisi e rigettiamo le valutazioni premature su scenari piuttosto incerti e indefiniti - spiega il presidente, Vincenzo Falabella - Crediamo che in questo momento esprimere aspettative o preoccupazioni sarebbe del tutto avventato e fondato su fantasiose e soggettive sensazioni che non hanno spessore politico alcuno. I meri risultati elettorali dicono assai poco. Quale maggioranza? Quale Governo? Quale programma di Governo? Solo dopo queste risposte avremo un quadro più completo su cui elaborare riflessioni e azioni politiche". Nessun ottimismo da parte di Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas: “La disabilità non è stata indicata, dalle forze politiche, tra le priorità oggetto della campagna elettorale appena conclusa. Pertanto la stagione che si apre, al momento, per le politiche sociali e per la disabilità, rappresenta una incognita di difficile lettura”. Ancor più pessimista Mariangela Lamanna, presidente del Comitato 16 Novembre: “quando abbiamo rivolto il nostro appello alle forze politiche che oggi hanno avuto i maggiori consensi, non abbiamo ricevuto risposta. Della disabilità si parla con enfasi, ma bisogna ricordare che fu il governo di centrodestra ad azzerare il fondo non autosufficienza. Per questo, abbiamo una grande paura di dovere ricominciare tutto daccapo”. Una certa fiducia viene invece manifestata da Maria Simona Bellini, presidente del Coordinamento nazionale delle famiglie disabili: “In considerazione degli impegni presi dai candidati del centro destra sul tema dei sostegni alle famiglie con disabilità, crediamo che la predisposizione all'ascolto dimostrataci apra nuovi scenari di supporti concreti commisurati al reale bisogno. Ci auguriamo che anche il Movimento 5 Stelle si apra al dialogo con il nostro Coordinamento, unica rappresentanza a battersi per la tutela delle disabilità cognitive e dei caregiver familiari, e non solo con le associazioni che supportano le persone con disabilità che consentono l'autodeterminazione”.
La prima azione legislativa attesa per la disabilità? "Esiste un Programma d'Azione, il secondo, approvato con Dpr e pubblicato in Gazzetta ufficiale - ricorda Vincenzo Falabella - È l'indirizzo anche per il nuovo Governo, qualsiasi esso sia. Contiene indicazioni operative e concrete per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità. Il nuovo Governo si trova già uno strumento utile e largamente condiviso. Basta, si fa per dire, applicarlo". Per Roberto Speziale, “quale primo atto sarebbe bello vedere approvata la legge sui sostegni ai caregiver familiari”. In generale, per il presidente dell'Anffas, “la speranza, dal punto di vista legislativo, è che non si rallenti o si azzeri tutto ma che si prosegua, magari migliorando, nel dare attuazione ai provvedimenti ed alle riforme avviate e non ancora concluse”. Lamanna si aspetta, come prima azione, “l'aumento del fondo per la non autosufficienza, che non copre nemmeno un terzo delle persone gravemente non autosufficiente. Aumentate questo fondo, per aumentare la dignità delle persone gravemente disabili”. Il Coordinamento nazionale famiglie disabili si attende invece che il nuovo Parlamento, se non addirittura il governo, con un provvedimento d'urgenza vista la sterile attesa di oltre 20 anni, emetta al più presto una normativa che permetta ai Caregiver familiari - peraltro ora riconosciuti giuridicamente - l'accesso a quei diritti umani fondamentali che ancora vengono loro negati come quello alla propria salute, al riposo, alla vita sociale, alla realizzazione personale. Tutto questo attraverso speciali tutele previdenziali (ricordiamo che le/i badanti sono considerati lavoratori usurati, i Caregiver Familiari no), sanitarie ed assicurative”.
Un augurio e un monito ai vincitori? "Vigileremo sull'applicazione del Programma d'azione ma anche sugli intenti espressi in campagna elettorale dai diversi partiti, senza fare sconti a nessuno - fa sapere la Fish - Non è una minaccia: è il nostro ruolo civico, la nostra partecipazione". Per Roberto Speziale, “l’augurio ai vincitori è quello di riuscire a migliorare la qualità di vita di tutti gli Italiani a partire dalle persone più in difficoltà. Il monito è di non fare l’errore, arrivando al governo, di cominciare a pretendere che tutto ciò che non va sia colpa di chi c’era prima, senza mai risolvere concretamente i problemi”. Lamanna invita invece a “minore presunzione: il fatto di aver avuto grandi consensi non significa che la gente riponga tanta fiducia in queste forze. C'è più che altro la protesta verso chi ha governato precedentemente. Rimboccatevi le maniche per far sé che il paese riemerga in maniera positiva”. L'augurio del Coordinamento nazionale famiglie disabili, invece, è che “nuovo Governo e nuovo Parlamento non perdano mai di vista la loro alta funzione istituzionale, volta al benessere di tutti i cittadini, specie quelli più fragili. Il monito è già stato espresso dal voto degli italiani: se è vero che un popolo sempre più impoverito, disinformato e svilito nei propri diritti, è più facilmente manipolabile, mai sottovalutare l'orgoglio di coloro che si battono quotidianamente per la dignità delle proprie famiglie soprattutto se oberate da bisogni sociali senza risposte”. (cl)