Elezioni in Venezuela, Amnesty International chiede impegni sui diritti umani. “Attacchi alla società civile”
In vista delle elezioni presidenziali venezuelane, previste domenica 28 luglio, Amnesty International ha denunciato l’aumento della repressione che ha caratterizzato la campagna elettorale e ha lanciato l’allarme sulla situazione dei diritti umani che potrebbe svilupparsi nelle prossime settimane.
“Negli ultimi anni, il Venezuela ha attraversato uno dei periodi peggiori nella storia dei diritti umani del paese. Le autorità al potere, almeno dal 2014 a oggi, hanno commesso gravi e massicce violazioni dei diritti umani e hanno causato una complicata emergenza umanitaria che ha costretto oltre il 25 per cento della popolazione a lasciare il paese. Questo contesto di repressione, bisogno e ricerca di una vita degna definiscono e caratterizzano le imminenti elezioni presidenziali - ha dichiarato Ana Piquer, direttrice di Amnesty International per le Americhe -. I mesi che hanno preceduto lo svolgimento delle elezioni sono stati segnati da incessanti attacchi contro la società civile, da decine di arresti arbitrari, sparizioni forzate, torture, da rappresaglie contro commercianti e fornitori di servizi a esponenti dell’opposizione e da provvedimenti amministrativi arbitrari e abusivi. In un contesto di narrazione pubblica fatto di minacce, censura e persecuzione, esigiamo che le autorità garantiscano e rispettino in modo inequivocabile i diritti umani di tutte le persone durante e dopo il 28 luglio”.
“Chiediamo nel modo più netto possibile la scarcerazione immediata e senza condizioni di tutte le persone detenute arbitrariamente per motivi politici, come Rocío San Miguel, Javier Tarazona e Carlos Julio Rojas. Chiediamo inoltre che si evitino nuovi arresti arbitrari, sparizioni forzate e torture nei confronti di chi la pensa in modo diverso e delle persone che difendono i diritti umani. La politica repressiva del governo deve cessare immediatamente”, ha proseguito Piquer.
Che ha aggiunto: “Nell’attuale contesto di aumento della repressione, l’indagine in corso da parte della procura della Corte penale internazionale dovrebbe riguardare anche i responsabili di possibili detenzioni arbitrarie, torture, violenze di genere e atti di persecuzione compiuti durante la campagna elettorale. Le autorità responsabili di tali crimini, lungo la loro catena di comando, dovranno essere sottoposte a processi in tribunali indipendenti e imparziali, con tutte le garanzie del giusto processo”.