Elezioni, Torino: il welfare secondo Fassino e Appendino
Piero Fassino e Chiara Appendino |
TORINO - Diritti Lgbti, accessibilità ed eliminazione delle barriere architettoniche, diversa gestione dei fondi per l’immigrazione allo scopo di ridurre le tensioni sociali. E, dall’altra parte, contrasto alla violenza di genere, assistenza a famiglie, anziani e non autosufficienti, e politiche per infanzia e adolescenza. C’è anche Torino nella mappa delle città italiane che a breve torneranno alle urne per il ballottaggio: nel Capoluogo sabaudo, il sindaco uscente Piero Fassino (Pd) dovrà vedersela con la trentunenne Chiara Appendino del Movimento 5 stelle; e se nei rispettivi programmi entrambi i candidati hanno dedicato un certo spazio a temi riconducibili al sociale, i due tendono comunque spesso a porre l’accento su questioni differenti.
- Scorrendo il programma di Fassino è evidente una certa tendenza a evidenziare, tra le righe, quanto già fatto nella legislatura che volge al termine: si parla, ad esempio, delle campagne per il contrasto all’omofobia e alla violenza di genere; di espandere la dotazione del fondo salva sfratti fortemente voluto, qualche anno fa, dal vicesindaco Elide Tisi; o di quell’assistenza a disabili e non autosufficienti che, a dire il vero, in Piemonte era comunque destinata a finire tra gli oneri dei Comuni, dopo le recenti decisioni della Giunta regionale Chiamparino (che sul tema ha appena vinto un ricorso in Consiglio di Stato). In particolare, per i servizi sociali e assistenziali il sindaco uscente promette la mesa a bilancio di 50 milioni annui; con una serie di azioni di contrasto alla povertà e alla disoccupazione (creazione di uno sportello unico per il lavoro, politiche di ricollocamento lavorativo), all’emergenza casa (il già citato fondo salva sfratti, inventivi tributari per chi decida di affittare a canone calmierato) e per l’assistenza a famiglie anziani e persone sole.
Un certo spazio Fassino lo dedica anche alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, ai quali, anche in questo caso, la promessa è di riservare 50 milioni l’anno nel bilancio comunale. Con quei fondi, il candidato Pd vorrebbe azzerare le liste d’attesa per l’ingresso negli asili nido comunali, aprire scuole per l’infanzia internazionali in ogni circoscrizione e realizzare un “Piano adolescenti” che miri al recupero della dispersione scolastica, al contrasto delle dipendenze, e alla lotta a bullismo e omofobia.
Un tema, quello dell’omofobia, che ritorna in forma decisamente più ampia anche nel programma di Chiara Appendino; ai Diritti Lgbti la candidata 5 stelle dedica un intero capitolo: tra le azioni promesse c’è una serie di modifiche ai regolamenti comunali per estendere diritti anche alle coppie dello stesso sesso; l’inserimento del concetto di “famiglia omogenitoriale” nello statuto comunale e una delibera quadro che garantisca i diritti delle minoranze sessuali contro la discriminazione nelle aziende comunali, oltre a spazi pubblicitari gratuiti, azioni di sensibilizzazione nei servizi sociali e la partecipazione alla creazione di un co-housing intergenerazionale.
La Appendino, d’altro canto, non sarà reduce da cinque anni di amministrazione: ma sul sociale si è giocata gran parte delle sue carte in questa corsa elettorale. Altri temi cari alla candidata 5 stelle sono l’ambiente, con l’incremento della differenziata fino al 70 per cento e una serie di azioni mirate per il decremento dei rifiuti (tema che, a onore del vero, si trova anche nel programma di Fassino), oltre a una riduzione della Tariffa rifiuti in base al principio “chi più inquina, più paga”. Ci sono poi i diritti degli animali e l’istruzione (sinergia tra nidi e scuole dell’infanzia, investimenti in formazione per educatori e insegnanti, valorizzazione della rete scolastica come strumento di lotta all’esclusione sociale); e un grosso spazio è dedicato al tema dell’accessibilità, con la promessa di un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’installazione di dispositivi acustici su ogni semaforo cittadino, la formazione dei tecnici comunali per far si che le norme sull’accessibilità vengano rispettate in ogni nuovo progetto o ristrutturazione. E ancora, Appendino vorrebbe creare sportelli per anziani e disabili nei principali luoghi d’interazione col cittadino (Urp, anagrafe, circoscrizioni), ridurre le barriere nei luoghi della pubblica amministrazione e studiare eventi ludico-culturali per l’integrazione dei disabili motori e sensoriali.
E al “Sociale”, inteso come contrasto alla crisi e alle povertà emergenti, è dedicato del resto un intero capitolo (l’ultimo) nel programma dei 5 stelle. In questo caso, le azioni riguardano la lotta alla povertà - tramite l’introduzione dell’immancabile reddito di cittadinanza - e all’emergenza abitativa; un piano di revisione dei servizi sociali con una nuova mappatura da realizzare in base ai bisogni espressi dai territori; e c’è inoltre la promessa di supportare le reti di sostegno tra cittadini che in questi anni, spesso spontaneamente, sono nate.
Tirando le somme - e a voler misurare proprio il capello - si direbbe che, quantomeno sul sociale, Appendino batte Fassino: ma va di nuovo sottolineato che, da pressoché debuttante (è consigliera comunale dal 2011), la 5 stelle è stata certamente più libera di spaziare nei temi e nella quantità delle proposte rispetto a Fassino; il quale, per coerenza, avrà probabilmente ritenuto opportuno attenersi a quanto fatto in questi cinque anni. Che non è poco, peraltro, se si considera che Torino ha dovuto affrontare una crisi di bilancio tra le peggiori d’Italia, alla quale sono seguiti una serie di scomodi primati sulla cassintegrazione e sul numero di provvedimenti di sfratto. Da questo punto di vista non è di certo facile il lavoro che si prospetta per il vincitore di questo ballottaggio". (ams)