2 settembre 2013 ore: 13:04
Economia

Emergenza casa, il fondo lombardo per morosi e famiglie povere è insufficiente

La denuncia di Leo Spinelli, del Sicet Milano. Quest'anno il Comune di Milano non aggiunge nessun fondo integrativo. Il rischio è che otto famiglie su dieci restino escluse dal contributo economico. "Chi pensa che possa ridurre gli sfratti si sbaglia di grosso".
Emergenza casa. Cartello con scritta Sfrattasi

MILANO – Il fondo c'è ma è inefficace: troppo pochi i soldi stanziati e troppo ristretta la griglia per fare domanda d'accesso. Ecco in sintesi il giudizio di Leo Spinelli, segretario generale del Sicet Milano, in merito al "Fondo finalizzato all'integrazione del canone di locazione ai nuclei familiari in situazione di grave disagio economico e sostegno alle morosità incolpevoli" , in tatale 13 milioni di euro, stanziato da Regione Lombardia. "Restano escluse persone con la pensione minima, famiglie monoredditto con un minore a carico, pensionati invalidi, famiglie che hanno avuto una notifica per l'esecuzione dello sfratto. Non sono ricchi: rappresentano vere categorie del disagio", commenta Spinelli. La stima è che otto domande su dieci vengano respinte perché non rispondono ai requisiti. Il reddito Isee richiesto per essere accettati nel fondo "Grave disagio economico" è di 4.131,36 euro oppure di 8.263,31 euro con due pensioni al minimo inserite nella famiglia. Per la "Morosità incolpevole", possono fare richiesta famiglie che non pagano da almeno tre mensilità e con un Isee complessivo inferiore al canone annuo. Il contributo massimo nel primo caso è di mille euro, nel secondo di 1.500.

Lo scorso anno il Comune di Milano aveva finanziato un fondo integrativo e aveva parzialmente recuperato alcuni degli esclusi, alzano l'asticella del reddito minimo Isee. "Quest'anno il Comune ha detto che non ha soldi a sufficienza, quindi non ci sarà nessun fondo", continua Spinelli. Al solo Sicet di Milano, lo scorso anno avevano fatto richiesta di aiuti economici 1.400 persone. 350 domande erano state accolte dal bando regionale, circa 700 da quello comunale e le altre escluse. Se quelle stesse domande arrivassero quest'anno, le escluse sarebbero 1.100, secondo le stime di Spinelli.

Il fondo di sostegno per le famiglie più povere, racconta Spinelli, è nato con la legge 431 del 1998, con cui è stato aperto il libero mercato dei canoni di locazione. "Ma più è aumentata la richiesta di aiuti, più sono diminuiti i fondi e ristretti i requisiti per fare domanda", aggiunge il sindacalista. Nei primi anni, dalla sola Milano arrivavano anche 13-14mila richieste. Tre anni fa sono scese a 8mila, poi 3mila. Colpa di criteri di selezione troppo stringenti. Insomma, il fondo servirebbe, ma così è inefficace. "Si pensa che i morosi incolpevoli possano riprendere nel giro di pochi mesi a pagare il canone, ma i numeri dicono che non così". Sono circa 12.500 le famiglie per cui è stata richiesta l'esecuzione dello sfratto con l'uso della forza pubblica. Di queste, nove su dieci sono morose incolpevoli, escluse dal bando di Regione Lombardia e con pochissime possibilità di ricominciare a pagare il canone. "Bisognerebbe graduare gli interventi della forza pubblica e congelare gli sfratti, altrimenti. Chi pensa che provvedimenti come questo fondo possano bloccarli, si sbaglia di grosso", conclude Spinelli. (lb)

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