16 ottobre 2015 ore: 15:39
Immigrazione

Emergenza profughi a Milano, "enorme spreco di denaro pubblico"

Per Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca, "avrebbe dovuto pensarci direttamente lo Stato" con la protezione civile: "Fin dall'inizio abbiamo chiesto che venissero utilizzate le caserme, dove esiste già del personale". "Emergenza" che sta durando da due anni
Migranti. Emergenza profughi a Milano. Accoglienza

MILANO - "L'emergenza profughi siriani ed eritrei ha causato uno spreco di denaro pubblico enorme". Parola di chi negli ultimi due anni è stato uno dei protagonisti dell'accoglienza a Milano: Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca, onlus che gestisce due dei centri in cui sono transitati parte degli 82mila migranti, che in città si sono fermati per tre o quattro giorni per ripartire verso il Nord Europa. "In Germania è lo Stato a gestire direttamente l'accoglienza con la protezione civile -spiega-. Noi fin dall'inizio abbiamo chiesto che venissero utilizzate le caserme, dove esiste già del personale e una struttura adeguata a ospitare decine di persone". Secondo Sinigallia il metodo utilizzato dall'Italia di affidare, tramite convenzione, al terzo settore la patata bollente dell'accoglienza è più costoso. "Noi possiamo ospitare comunque piccoli numeri e abbiamo costi di gestione maggiori -sottolinea-. Certo il terzo settore deve essere coinvolto per occuparsi delle relazioni con i profughi, ma sugli aspetti strutturali avrebbe dovuto pensarci lo Stato". Per ogni profughi accolto, il Governo ha pagato le realtà del terzo settore da 32 a 35 euro al giorno. A Milano, calcolando una permanenza media di tre giorni per ciascun migrante, si tratta di almeno 7,8 milioni di euro. 

L'emergenza profughi a Milano compie due anni il 18 ottobre, giorno in cui il Comune decise di intervenire, insieme al volontariato, per dare assistenza alle centinaia di persone che, dopo essere sbarcate sulle coste di Sicilia o Calabria, arrivavano a Milano per poi tentare di andare in Germania o in Svezia. "È un'emergenza che dura da due anni perché sono mancate scelte politiche precise sia a livello nazionale che europeo -commenta Alberto Sinigallia-. Ora si è arrivato agli accordi delle quote, ma sono solo una goccia nel mare del bisogno. Si tratta di appena 40mila profughi nei prossimi due anni, ne arriveranno molto di più. Basti pensare che da quando la Merkel ha detto che i siriani sono i benvenuti, dal Libano ogni giorno partono sei barconi carichi di profughi". 

Il futuro sarà ancora contrassegnato dall'emergenza. "Se la Germania decide di chiudere i confini, l'Italia diventa la vasca in cui si ammassano tutti i profughi -sottolinea il presidente di Progetto Arca-. Intanto ora, nonostante gli accordi a livello europeo, qui continuano ad arrivare, circa 250/300 al giorno. Ora sono soprattutto eritrei". (dp) 

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