20 maggio 2024 ore: 12:08
Non profit

Emilia-Romagna. Aumentano gli empori solidali nella regione

Gli empori solidali sono passati da 27 nel 2022 a 39 nel corso del 2023. Oltre 7,5 mila i nuclei familiari raggiunti lo scorso anno e più di mille i volontari coinvolti. Distribuiti beni per 8,5 milioni di euro
Empori Emilia romagna
ROMA – Nel 2023 sono 39 gli empori solidali attivi in Emilia-Romagna. Nel 2022 ne erano 27. A darne notizia è l’Associazione degli Empori Solidali dell’Emilia Romagna che come ogni anno ha effettuato una rilevazione dei dati per quanto riguarda il 2023: sono 7.545 i nuclei familiari raggiunti nell’arco dell’anno scorso, per un totale di 24.593 persone di cui 7.966 sono minori di 15 anni. I volontari coinvolti nella gestione sono 1.155, tra quelli stabili e quelli occasionali che aiutano per iniziative come per esempio le raccolte alimentari.

“L’obiettivo principale è sostenere le famiglie in transitoria situazione di disagio economico, per consentire loro di ripartire in modo autonomo, grazie ad una serie di beni e servizi messi a disposizione all’interno degli empori stessi – si legge in una nota dell’associazione -. Le spese alimentari effettuate nel 2023 sono state 122.037, dato che economicamente si traduce in beni distribuiti per 8,5 milioni di euro (considerando 70 euro come prezzo medio di una spesa per un nucleo familiare di 4 persone)”.

Gli empori della Regione Emilia-Romagna lavorano in rete dal 2016; nel 2017 è stato siglato il protocollo di intesa tra Regione, Anci e Csvernet per la valorizzazione degli empori. A fine 2021 è nata Empori Solidali Emilia Romagna odv, associazione di secondo livello che si avvale del supporto del Centro Servizi Volontariato di Modena e Ferrara per la segreteria organizzativa. Quasi tutti gli empori solidali sono accreditati al Banco Alimentare e da esso ricevono in media il 34% dei beni che poi redistribuiscono. La restante parte proviene da raccolte, donazioni di aziende sostenitrici (sono 437), acquisti effettuati per procurare beni di prima necessità difficili da reperire gratuitamente. I fondi provengono sia da bandi pubblici – come quello della Regione a sostegno delle realtà che si occupano di recupero, stoccaggio e redistribuzione dei beni – che da donazioni di aziende che scelgono di sostenere economicamente gli empori (per esempio BPER Banca con una donazione di 65.000 euro ripartita tra i soci).

“Il dato più rilevante rispetto al 2022 - afferma Luigi Prini, presidente dell’Associazione degli Empori Solidali dell’Emilia-Romagna - è appunto l’aumento degli empori presenti in Regione: da una mappatura effettuata in uno scenario in continua evoluzione, gli empori sono aumentati da 27 a 39. Di questi, 20 sono soci della nostra Associazione, e il nostro impegno sarà proprio quello di coinvolgere anche le realtà che ancora non ci conoscono proponendo loro momenti di relazione e confronto, perché i problemi che ci accomunano sono spesso simili e dal dialogo nascono sempre possibili soluzioni condivise, oltre che opportunità di crescita per tutti”.

Gli empori sono stati e sono presidi di comunità importantissimi anche durante le emergenze - dalla pandemia alla guerra in Ucraina (con l’arrivo di numerosi profughi) all’alluvione di un anno fa in Romagna – attivandosi per accogliere beneficiari in più e lavorando in stretta sinergia con gli enti preposti a gestire la crisi, come Regione e Protezione Civile, e collaborando con Banco Alimentare e Caritas Emilia-Romagna.
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