13 ottobre 2016 ore: 09:45
Economia

Emilia Romagna, 70 mila famiglie in povertà assoluta: 1 su 3 è under35

I dati dell’Università di Modena e Reggio Emilia anticipati in occasione dell’approvazione da parte della Commissione Parità della Legge sul reddito di solidarietà. Il 15 ottobre udienza conoscitiva sul provvedimento
Donna mendica per strada, povertà

BOLOGNA - Avanza la legge sul reddito di solidarietà. Oggi la norma sul provvedimento è stata licenziata con parere favorevole dalla commissione Parità, con maggioranza compatta e Lega nord contraria. A illustrare la legge, sulla quale il 15 ottobre è in programma un’udienza conoscitiva, il relatore Stefano Caliandro, capogruppo dem in Regione. Il quale ha colto l’occasione per anticipare alcuni dati elaborati dall’Università di Modena e Reggio sulla soglia di povertà. Ebbene in base a queste elaborazioni, in Emilia-Romagna vive sotto la soglia della povertà assoluta il 3,5% dei cittadini, cioè tra le 65 mila e le 70 mila famiglie: in percentuale quasi la metà che nel resto del paese, dove le famiglie in difficoltà sono quasi 8 su 100. Il loro reddito medio annuo è invece di 6.630 euro. “Rientrano in questa fascia soprattutto famiglie giovani, nuclei unipersonali compresi”: 1 su 3 infatti ha meno di 35 anni, e se si includono quelle fino ai 40 si arriva al 42%. “Aiutare le persone purtroppo si scontra con il realismo della capacità di spesa, noi non abbiamo assolutamente la presunzione di risolvere tutti i problemi”, ha chiarito Caliandro. “Vogliamo mettere a fuoco le priorità, pur consapevoli che sopra quella fasce di Isee a cui facciamo riferimento non c’è certo ricchezza ma altro disagio. Con questo primo intervento – ha specificato dunque Caliandro – miriamo soprattutto a rendere attive non solo le persone ma anche le amministrazioni locali attraverso il riscatto sociale”.

I dati sono stati anticipati da Caliandro (“Devono ancora essere forniti in maniera ufficiale”, ricorda) in risposta ai dubbi sollevati dal consigliere della Lega Daniele Marchetti sulle soglie e sui requisiti. “Un cittadino che dovesse ritrovarsi a lavorare anche solo in maniera saltuaria rischierebbe di superare i limiti – è l’obiezione di Marchetti – e posso dire di aver conosciuto anche sul mio territorio tante persone che con un reddito anche più alto di quello richiesto dalla legge difficilmente potrebbero essere considerati non poveri”. Francesca Marchetti (Pd) è intervenuta per ricordare l’importanza del concetto di nucleo unipersonale, che spesso sono donne sole in situazioni di profondo disagio”. Secondo la consigliera Pd bisogna poi “tenere monitorata la frequenza scolastica dei figli, per quanto riguarda il patto di corresponsabilità, e trovare delle soluzioni per rendere più facile rivolgersi ai servizi territoriali, una richiesta che spesso anche per vergogna è la prima barriera”. La presidente di commissione Roberta Mori ha invece concluso sottolineando “il coinvolgimento degli enti locali quali soggetti principali: i sindaci del territorio attendono con grande speranza questa legge che fornisce loro qualche strumento in più per sostenere persone in difficoltà, e soprattutto garantisce continuità nelle risorse, nella formazione e nel coinvolgimento”. (Dire)

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