Emilia Romagna, 9.7 milioni di euro dal Reddito di solidarietà alla non autosufficienza
BOLOGNA – Sono circa 9,7 i milioni di euro che, non impiegati per finanziare il cosiddetto Reddito di solidarietà (Res), verranno trasferiti sul Fondo per la non autosufficienza. Una variazione, ha spiegato la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare e alle Politiche abitative, Elisabetta Gualmini, “che si è resa necessaria per problemi di natura tecnica”. Il progetto di legge “Misure per la definizione di procedimenti riguardanti l’esercizio finanziario 2017” collegato al provvedimento “Variazioni al bilancio di previsione 2017-2019” è stato discusso in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, in congiunta con la commissione per la Parità e per i diritti delle persone, presieduta da Antonio Mumolo in sostituzione di Roberta Mori.Igor Taruffi (Si), primo firmatario del provvedimento sul Reddito di solidarietà, ha preteso garanzie dalla Giunta affinché sia “salvaguardata la cifra di 105 milioni di euro fissata per il triennio 2017-2019”. In particolare il consigliere ha chiesto che nel bilancio previsionale 2018 vengano recuperati i 9,7 milioni di euro non utilizzati nel 2017. “Il nostro voto sarà di astensione, in attesa dell’approvazione del bilancio previsionale”. La vicepresidente Gualmini ha confermato la disponibilità “a mantenere nel triennio l’impegno finanziario di 105 milioni di euro”.
A 2 mesi dall’attivazione del provvedimento sono 6.098 le famiglie che hanno chiesto di accedere ai fondi rivolti all’inclusione sociale (dati al 24 novembre). “Su un campione di 311 domande – ha precisato Gualmini – è emerso che il 72% delle richieste cadrà sul Reddito di solidarietà, il 13% sulla misura nazionale (che da Sia diventa Rei) e il restante 15% è privo dei requisiti per entrambe le misure”.
Gualmini, rispondendo a Truffi, ha dato disponibilità “a mantenere nel triennio l’impegno finanziario corrispondente a 105 milioni”. E ha poi fornito, sempre sul tema dell’inclusione sociale, i dati relativi alle domande presentate in questi due primi mesi di attivazione del provvedimento: “Al 24 novembre hanno chiesto di accedere ai fondi rivolti all’inclusione sociale 6.098 nuclei familiari”. Su un campione di 311 domande, ha precisato, “è emerso che il 72 per cento delle richieste cadrà sul Res, un 13 per cento sulla misura nazionale (che da Sia si trasforma in Rei) e il restante 15 per cento è risultato privo dei requisiti per entrambe le misure”.
Andrea Bertani (M5s) ha chiesto di recuperare le risorse destinate all’inclusione sociale già nel 2018. Mentre Gian Luca Sassi (M5s) ha parlato di modello di welfare regionale “in parte fallito”, chiedendo, sul merito, di semplificare il sistema. Giuseppe Paruolo (Pd) ha criticato la scelta dell’esponente di Sinistra italiana: “Questi fondi non devono rimanere inutilizzati, non capisco la presa di posizione di Taruffi”. Per Daniele Marchetti (Ln) “il Res non ha funzionato come previsto”. Da questa discussione, ha evidenziato Giuseppe Boschini (Pd), “è emersa l’esigenza di connettere questa legge alla più complessiva legge di bilancio”. L’auspicio, ha concluso, “è che la Giunta approvi già nelle prossime ore il bilancio previsionale”.