Ics esprime "dolore e sconcerto" per l'uccisione avvenuta a Fermo di Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo dalla Nigeria. No "allo uno sdoganamento della discriminazione e che la violenza, anche verbale o ideologica, verso gli stranieri"
Fabrizio Zeppilli
La veglia di preghiera per Emmanuel. Foto: Fabrizio Zeppilli
ROMA -
Ics esprime dolore e sconcerto per l'uccisione per motivi razziali avvenuta a Fermo di Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo dalla Nigeria. "Questo dramma va letto alla luce di un quadro di crescente intolleranza evidenziato dal diffondersi in tutta Italia di innumerevoli episodi che, se singolarmente considerati, appaiono meno gravi (spesso neppure vengono riportati dalle cronache), -si legge in una nota - ma che sono indicativi di
un crescente livello di accettazione della violenza fisica e verbale (anche espressa online) e della discriminazione a sfondo razziale che è stato raggiunto in Italia".
"Si tratta - prosegue la nota - di una situazione che si alimenta di campagne di disprezzo e dell'utilizzo di un linguaggio stigmatizzante e violento utilizzato anche in campo politico in riferimento a stranieri e ai rifugiati, nei cui confronti vengono altresì spesso diffuse ad arte false informazioni. ICS è preoccupato che anche nella città di Trieste si possa fare strada uno “sdoganamento” della discriminazione e che la violenza, anche verbale o ideologica, verso gli stranieri e i rifugiati sia considerata, come non è, quale libera espressione di opinioni. Per tali ragioni chiede a tutte le istituzioni di dare chiari segnali di volere attuare politiche locali di non discriminazione e di contrasto verso ogni forma di razzismo".