7 luglio 2016 ore: 11:52
Immigrazione

Emmanuel, Perego (Migrantes): vive nei tanti ragazzi in fuga dall'Africa

Il presidente di Migrantes commenta la morte del giovani nigeriano a Fermo: "Emmanuel è vivo nei tanti giovani in fuga soprattutto dall’Africa violentata e offesa da terrorismo, guerre, sfruttamento"
Fabrizio Zeppilli Veglia per Emmanuel Chidi Nnamdi 2

Un momento della veglia di preghiera per Emmanuel. Foto Zeppilli

ROMA - “Hanno ammazzato Emmanuel, Emmanuel è vivo”. Il presidente della fondazione Migrantes Mons. Giancarlo Perego commenta così la "notizia del brutale gesto, trasformato in omicidio di Emmanuel, giovane sposo nigeriano, richiedente asilo, cristiano, da parte di un coetaneo italiano, nelle strade di Fermo". "Ho ripensato - scrive - e parafrasato le parole di una famosa canzone di Francesco De Gregori. Le parole condannano un omicidio, frutto certamente di un clima intollerante, purtroppo diffuso non solo nelle Marche, ma anche in altre regioni d’Italia e d’Europa, che sta trasformando le discriminazioni e le conflittualità addirittura in atti di morte.” 

“Una morte assurda, ma preparata da questo clima sociale e politico che si nasconde dietro la mano omicida.”- ha proseguito Perego – “Al tempo stesso, 'Emmanuel è vivo', nella sua famiglia, in sua moglie e nella sua figlia morta in grembo, negli altri giovani richiedenti asilo accolti nel seminario vescovile di Fermo, nei tanti giovani che sono arrivati o stanno arrivando in Italia e in fuga soprattutto dall’Africa violentata e offesa da terrorismo, guerre, sfruttamento. Tocca a noi ora responsabilmente aiutare a guardare a questi volti e a queste storie con occhi diversi, con parole diverse, con una cura diversa. E’ paradossale che questa morte avvenga proprio nelle Marche, la regione italiana che insieme al Veneto e all’Umbria sta segnando per la prima volta nel 2015 il calo del numero degli immigrati: rifiutare fino ad uccidere i migranti significa anche preparare la morte delle nostre città, significa non guardare al futuro.”  

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