8 luglio 2014 ore: 17:49
Economia

Equo compenso, studenti solidali con i giornalisti: “Si affossa il lavoro di migliaia di giovani”

Solidarietà anche dalla consigliera democratica capitolina Erica Battaglia: “Si ritorni al tavolo delle trattative”. Butturini, segretario di Stampa Romana, in una nota: “Contratto della mala-occupazione e della subalternità agli editori”

ROMA - Solidarietà ai giornalisti che hanno manifestato oggi contro la Federazione nazionale della stampa è stata espressa dagli studenti della Rete della Conoscenza, Link-Coordinamento Universitario e Unione degli Studenti. In una nota scrivono di essere “a fianco dei tanti e delle tante che stanno conducendo questa battaglia per i diritti e per un lavoro dignitoso. Siamo convinti che il peggioramento delle condizioni di vita di chi lavora in questo settore non può che arrecare danno in generale alla qualità della democrazia nel nostro paese”. Secondo gli studenti, gli accordi firmati dal sindacato e dagli editori con l’assenso del governo nella persona del sottosegretario all’Editoria Luca Lotti, “affossano il lavoro di migliaia di giovani che ambiscono a svolgere la professione di giornalista”.

“Freelance e precari dell’informazione sono parte, come diciamo da anni, di quei settori che più di tutti stanno sperimentando una precarietà assoluta del lavoro e della vita – continuano gli studenti - resa definitiva con le numerose controriforme del mercato del lavoro che rendono queste persone più ricattabili e sfruttabili”.
A esprimersi a favore dei giornalisti contro la Fnsi è anche Erica Battaglia, consigliera del PD in Campidoglio. "Condivido la protesta e faccio mie le ragioni che hanno portato i giornalisti precari e freelance a scendere in Piazza questa mattina di fronte alla sede della Federazione Nazionale della stampa italiana per protestare contro quello che ormai è ormai un contratto da iniquo compenso – dice Battaglia - Si gioca al ribasso, cristallizzando di fatto lo staus quo e rendendo legale la precarizzazione del lavoro giornalistico. La dignità di un'equa retribuzione per i giornalisti è condizione imprescindibile per avere un'informazione libera e di qualità. Auspico che si ritorni al tavolo delle trattative e che sull'equo compenso il Governo ascolti le ragioni dei lavoratori".
L’Associazione Stampa Romana, il sindacato locale dissidente rispetto alle decisioni dei vertici della Federazione nazionale, va all’attacco parlando di “contratto della malaoccupazione”, “pervicace chiusura al dialogo del vertice Fnsi” e “deriva pericolosa di subalternità agli editori”.

Il segretario dell’Asr Paolo Butturini, denuncia in una nota  “il silenzio assordante che circonda le ragioni di chi si oppone agli accordi sindacali firmati da Fnsi e Fieg il 24 giugno scorso. Il sito internet del sindacato non pubblica alcun comunicato o presa di posizione che non siano allineati con il segretario Franco Siddi, un pessimo esempio di mancanza di trasparenza e democrazia sindacale”.  Intanto cresce il fronte del no e annovera, oltre a precari e freelance, le Associazioni Stampa dell’Emilia Romagna, della Toscana e del Lazio, i Cdr di Mediaset, La7 e delle edizioni Paoline.

Secondo Butturini, gli accordi sono del tutto improntati “al contenimento del costo del lavoro, magica ricetta che, accompagnata all’intervento governativo, dovrebbe produrre un’inversione di tendenza nel desolante panorama di redazioni sempre più vuote”. Esperimento già fallito più volte in passato. Il sindacalista romano punta il dito contro “la retribuzione di ingresso” prevista dal nuovo contratto e inventata dai dirigenti della Federazione “che abbassa il salario anche dei tempi determinati” e li priva del patto integrativo. “ Basterà licenziare un redattore ordinario per assumere un praticante. Un affare, per gli editori ovviamente -scrive ancora Butturini - In base all’accordo sul lavoro autonomo, poi recepito nella delibera sull’equo compenso, un collaboratore di un quotidiano che scriva un pezzo al giorno di almeno 1.600 battute, percepirà se va bene 5.753,08 lordi l’anno, sui quali dovrà pagare le tasse e sottrarre le spese (144 pezzi a 20,80 euro, 221 a 12,48 per via del demoltiplicatore). Ma questo solo se va bene, cioè se l'editore gli applica il demoltiplicatore (0,60) previsto per i pezzi successivi al 144esimo, ma non ulteriori forfait che pure l'accordo indica come possibili. Se ha voglia di lavorare un po' di più, due pezzi al giorno per 365 giorni l'anno domeniche e festivi inclusi, arriva a 7.313,28. Ma se un editore può avere chi gli produce a queste cifre, magari con l’aggiunta di qualche foto e qualche video, perché mai dovrebbe assumere qualcuno che gli costa almeno il doppio?”.

Infine Butturini punta il dito anche contro “l’apprendistato professionalizzante” previsto dal nuovo contratto. “Il ‘povero assunto’ dovrà aspettare sei anni per cominciare a guadagnare circa 2000 euro al mese sempre che l’azienda non lo licenzi prima – afferma ironicamente il sindacalista romano - Del resto, che pretendono questi giovani: hanno tutta la vita davanti…”. (Raffaella Cosentino) 

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