19 maggio 2016 ore: 10:29
Non profit

Expo e impegno sociale: tra i volontari soprattutto giovani italiani e donne

Più di 6 su 10 sono donne, sono under 30, l’85% è nato in Italia, la maggior parte ha un livello di istruzione medio-alto, quasi tutti hanno fatto volontariato a Expo 2015 per accrescere le proprie conoscenze. Per più di 8 su 10 era la prima esperienza di volontariato a un evento. I risultati della ricerca di Csvnet e Ciessevi
Volontari Expo 2015

- BOLOGNA - Donna, under30, laureata. Potrebbe essere questo l’identikit del volontario che ha partecipato a Expo Milano 2015 secondo i risultati della ricerca realizzata da un’equipe di docenti e ricercatori del Seminario permanente di studi sul volontariato e dell’Università degli studi di Milano per conto di Csvnet e Ciessevi. È un volontariato “postmoderno” quello che emerge dalla lettura dei dati qualitativi e quantitativi dell’indagine, che sarà oggetto di discussione oggi in un convegno a Roma.

Tra i 2.376 volontari coinvolti nella ricerca (circa il 48 per cento della popolazione totale di quelli che hanno prestato servizio all’interno del Programma Volontari per Expo e Volontari per il Padiglione dell’Unione europea a Expo), il 66 per cento è donna con un’età media di 25,89 anni (gli uomini hanno in media 30,79 anni) e il 91,5% ha un livello di istruzione medio-alto (diplomati e laureati). Più di 6 volontari su 10 sono studenti. La stragrande maggioranza dei volontari (85%) è nata in Italia: solo il 6% in un altro Paese europeo e il 9% in una nazione extraeuropea: la maggioranza risiede nel Nord Italia (72,6%) seguita da volontari residenti nel Sud Italia (12,8%) e nelle Isole (5,8%). Le regioni più rappresentate sono Lombardia (52%), Piemonte (9%), Sicilia (5%) e Veneto (4,5%). Sono arrivati a Expo tramite Internet, gli amici o la stampa, il motivo? Quello più importante è legato ad aspetti personali e culturali ovvero alla possibilità di far crescere le conoscenze e la propria esperienza, seguono la partecipazione attiva all’evento e quelli sociali/comunitari ovvero la possibilità di fare qualcosa di utile per la collettività.

Obiettivo della ricerca era quello di conoscere e approfondire la nuova forma di volontariato “episodico” legata ai grandi eventi, attraverso l’analisi dell’esperienza dei volontari che sono stati coinvolti in occasione di Expo Milano 2015. Il progetto si è articolato in due parti distinte, una ricerca quantitativa e una qualitativa, per cogliere il fenomeno nella sua complessità e fornirne una visione più esaustiva. La parte quantitativa della ricerca si è composta di 3 fasi che hanno previsto 3 momenti successivi di rilevazione: le prime 2 sono state programmate in base ai turni di servizio dei singoli volontari (una rilevazione pre-esperienza e una post-esperienza tramite questionari on line). Ai primi due questionari ne è seguito un terzo, sempre on line, per indagare l’intenzione espressa a continuare o iniziare attività di volontariato, da 5 a 11 mesi dopo Expo. La ricerca qualitativa ha previsto 31 interviste individuali in profondità “face to face” e semistrutturate, rivolte ai volontari al termine del servizio.

La ricerca ha individuato 2 tipi di volontari: quelli con esperienza di volontariato (il 59%), tra cui il 94% ha svolto o svolge un’attività di volontariato continuativa e il 6% solo episodica; e le new entry (41%) che sono entrate nel mondo del volontariato attraverso Expo. Tra i volontari coinvolti per l’85,5% Expo è stata la prima esperienza di volontariato per un evento. Tra coloro che hanno già fatto volontariato a eventi, il 40% ha prestato servizio una volta e il 24% più di quattro. Del campione totale, il 45% ha dichiarato di non avere mai prestato un servizio di volontariato nella forma definita continuativa e il restante 55% si suddivide tra chi al momento della compilazione stava svolgendo attività volontaria continuativa (25%) e chi l’aveva svolta in passato ma poi l’aveva abbandonata (30%).

Come valutano l’esperienza di Expo? I volontari coinvolti nella ricerca hanno dichiarato di essere molto soddisfatti e che l’esperienza ha incontrato le loro aspettative. Inoltre, la stragrande maggioranza consiglierebbe ad amici e parenti un’esperienza simile (98%) e una percentuale simile (96,5%) ha affermato di avere intenzione di svolgere attività di volontariato anche in futuro e di volerlo continuare soprattutto nella forma episodica (64%). Dall’analisi emerge che è più probabile che siano i volontari con esperienza a voler continuare a fare volontariato in futuro rispetto alle new entry (che lo continuerebbero in forma episodica). In dettaglio, per realizzare la loro intenzione di continuare a fare volontariato è più probabile che i volontari new entry consultino i siti Internet delle associazioni e aspettino l’occasione giusta, mentre quelli con esperienza è più probabile che cerchino informazioni presso le associazioni, le istituzioni, i centri servizi per il volontariato o altri canali. (lp)

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