28 aprile 2014 ore: 15:54
Economia

Expo, primo maggio di contestazione: “Speculazione e precariato”

Fino al 4 maggio i precari dei collettivi milanesi organizzano incontri per protestare contro il grande evento. L'economista Andre Fumagalli (università di Pavia): “Doveva creare 130 mila posti di lavoro, sono solo 20 mila”
expo 2015, scritta multicolore

MILANO – “Expo ha promesso 130 mila posti di lavoro temporanei e finora ne ha garantiti appena 20 mila, di cui 18.500 sono volontari. Expo non porta lavoro ma solo precarizzazione”. A dirlo è Andrea Fumagalli, economista dell'università di Pavia e membro del collettivo San Precario. Quest'anno il Mayday, la mega manifestazione per il primo maggio metterà proprio al centro il dibattito su Expo. Dal 2 al 4 maggio, infatti, gli organizzatori invitano la cittadinanza a partecipare ai No Expo days, tavoli e incontri che raccontano l'altra faccia di Expo, quella che non finisce sui giornali. “Ad Expo assistiamo a due tipi di saccheggio: saccheggio del territorio e del lavoro”, aggiunge Fumagalli. Dei 20 mila posti di lavoro, infatti, gli unici 750 a contratto sono stati siglati il 23 luglio 2013 con la formula dell'apprendistato. Eppure, prosegue l'economista, “non è una formula prevista per i grandi eventi, perché è in contraddizione con la temporaneità dell'evento”. Per gli organizzatori della Euromayday, il primo maggio di proteste (europee e non solo) dei diversi collettivi a Milano, Vienna, Toronto, Linz e Ruhr, il grande evento andrebbe cancellato: “Così – spiega Davide del centro occupato Zam – alla città porterà solo speculazione edilizia e nuova precarietà”.

Secondo Andrea Fumagalli il problema della fiera universale che si terrà a Milano nel 2015 sta nell'aver fatto scuola: “L'accordo che estende la possibilità dell'apprendistato è stato inserito anche all'interno del Jobs act. Ritroviamo al suo interno le stesse logiche di precarizzazione del lavoro, che provoca danni e non vantaggi”, aggiunge Fumagalli. La proposta degli organizzatori del Mayday è allora ribaltare la formula della Flexsecurity sostenuta dal Governo Renzi. Per i precari dell'Euromayday servirebbe una “secu-flexibility”, un modello di welfare che garantisce un salario minimo e delle garanzie in uscita dal posto del lavoro, prima che alimentare la flessibilità dei contratti. “Poteva essere l'occasione per bonificare i terreni inquinati, per recuperare spazi verdi, per cambiare la mobilità, invece è stata solo speculazione: le aziende che hanno investito in Expo, come metropolitane milanesi e Trenord, hanno avuto plusvalenze finanziarie del 35%”, chiude Fumagalli. (lb) 

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