Paralimpiadi, Casa Italia va in parrocchia: “Ecco il nostro aiuto per Rio de Janeiro”
ROMA – Una Casa Italia Paralimpica che “lascerà un segno” nella città di Rio de Janeiro, dove al termine delle Paralimpiadi del prossimo settembre saranno sostenuti dei progetti di integrazione e di avvio allo sport per ragazzi con disabilità del luogo. C’è un risvolto sociale nella scelta del Comitato Italiano Paralimpico per i Giochi di Rio 2016: Casa Italia (il luogo che ogni sera, durante i 12 giorni della competizione, ospita gli eventi della delegazione italiana e festeggia le medaglie degli atleti) non sarà ospitato in un luogo privato, come un grande hotel o un circolo sportivo, ma in una parrocchia, quella della Imaculada Conceiçao.
Gli spazi della parrocchia saranno opportunamente arredati per ospitare, “in modo elegante ma sobrio”, le varie aree necessarie (la sala conferenze, la sala cena, la sala media, gli spazi per Inail e altri partner), il tutto sotto la parola d’ordine dell’integrazione e dell’amicizia. Una Casa Italia che nasce dunque per integrarsi e per socializzare con il tessuto sociale del quartiere in cui sarà ospitata. Oltre alla parrocchia dell’Imaculada Concepción, sono coinvolte anche altre due parrocchie, quelle di San Gerardo in Olarie e Nossa Senhora da Guia a Lins, che riceveranno un aiuto per integrare lo sport per disabili in progetti già avviati in accordo con il Cip. Il tutto destinato a viaggiare sui social network con l’hashtag #joinus4Rio2016.
L’iniziativa è stata presentata stamane nella sala stampa vaticana dai rappresentanti del Pontificio Consiglio per la Cultura, dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro e del Comitato italiano paralimpico. Un’idea, nata un colloquio informale fra il presidente del Cip Luca Pancalli e il sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura mons. Melchor José Sánchez de Toca y Alameda, ha richiesto oltre un anno di preparazione. “Pensavo fosse un sogno quasi irrealizzabile – ha detto Pancalli - invece questa idea, nata dal desiderio di lasciare un segno tangibile sul territorio, ha trovato un’accoglienza calorosa e fattiva nella Santa Sede e della diocesi di Rio. Almeno in chiave italiana, la Paralimpiade di Rio sarà ricordata non soltanto per le imprese sportive dei nostri atleti, ma anche e in particolare per questa iniziativa”. Una scelta, sottolinea Pancalli, anche in linea con la nuova natura del Cip, dopo il riconoscimento avuto come Ente Pubblico.
La Parroquia Imaculada è stata scelta, oltre che per le iniziative a essa connesse, anche per la ridotta distanza dal Villaggio Paralimpico (circa 6 km), che la renderà quindi fruibile, il più possibile, dagli atleti e dai componenti della delegazione, mentre maggiori sono le distanze dalle aree di gara (circa 15 km da Deodoro, 20 km da Maracana e altrettanti da Copacabana). La zona della parrocchia conta circa 25 mila famiglie, perlopiù giovani, molto dinamica e accogliente: tre anni fa, nel corso della Giornata mondiale della Gioventù celebratasi proprio a Rio de Janeiro, le famiglie della parrocchia hanno accolto ben 8000 giovani, risultando fra le comunità che più di tutte le altre hanno aperto le proprie case ai giovani provenienti da tutto il mondo. Casa Italia Paralimpica sarà inaugurata il 6 settembre con una cerimonia ufficiale, e nei giorni successivi seguiranno altri eventi: da quello dedicato al Consolato italiano di Rio all’evento Roma 2024 con Dj Set live, passando per la serata speciale “A tavola con Chef Rubio” (il quale guiderà le cucine per tutto il periodo di apertura). L’11 settembre è prevista l’apertura di Casa Italia a tutti i fedeli del quartiere.
Padre Leandro Lenin Silva Tavares, dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro, ha spiegato che il progetto con il Cip è solo uno di quelli che si sono messi in campo: in particolare, il Comitato Organizzatore Locale Rio2016 ha affidato all’Arcidiocesi il coordinamento delle funzioni religiose nel villaggio degli atleti, che saranno assicurate anche grazie ai contatti instaurati con volontari e responsabili religiosi dell’Ebraismo, dell'Islam, dell'Induismo, del Buddismo e delle altre confessioni cristiane. “I Giochi Olimpici e Paralimpici – ha spiegato – sono un momento di festa e rappresentano un momento opportuno per l'evangelizzazione, per la proclamazione dei valori cristiani e dei valori olimpici e lo sviluppo umano.
A facilitare i rapporti fra il Cip e la Chiesa di Rio de Janeiro ci ha pensato il Pontificio consiglio per la Cultura guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi, che ha sottolineato come lo sport, al pari della musica, sia un linguaggio universale, rappresenti una lingua comune, un terreno di incontro e di bellezza. Una bellezza, quella dei Giochi paralimpici, che è diversa rispetto a quella dei Giochi olimpici ma ha la stessa dignità. “L’uomo non esiste veramente se non nella lotta contro i propri limiti”, ha ricordato citando Ignazio Silone, e lo sport, che ha spesso una dimensione di tipo sacrale (il mito di Olimpia), “è il tentativo di superare il finito, il caduco, il contingente, per andare verso il trascendente”. Elementi, questi, che sono particolarmente potenti nel mondo paralimpico.
Il connubio fra Vaticano e Cip, fra mondo ecclesiale e mondo paralimpico, è destinato a proseguire anche dopo Rio 2016: è stato infatti annunciato che ad ottobre 2016 il Vaticano ospiterà una conferenza internazionale sul tema al quale prenderanno parte anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon e i massimi responsabili del Comitato olimpico e del Comitato paralimpico internazionale. (ska)