Famiglia. Lorenzin: il tema della natalità è finalmente tornato al centro
"Un primo successo di questa settimana e' che il tema demografico e' tornato al centro del dibattito politico del Paese, ma deve rimanerci per i prossimi 20 anni. Nessuno si illude che il trend sulla denatalita', partito dal 1975, si possa invertire con due o tre misure. In questi anni il numero di donne fertili e' diminuito e quindi non basta piu' fare un figlio a testa, ma ne servono tre". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in occasione di una conferenza stampa sul tema delle nascite oggi a Roma nella sede del partito Area Popolare.
"Le motivazioni del crollo demografico- ha proseguito- sono moltissime, sia di tipo culturale, perche' da molti anni fare figli e' uscito dalle priorita' della vita delle persone, sia per motivi economici, perche' abbiamo un tasso di disoccupazione femminile altissimo, il piu' alto d'Europa. Il ritardo dell'occupabilita' e della stabilizzazione delle donne nel mondo del lavoro e' un ritardo che si porta ovviamente dietro anche il rinvio del momento in cui si fanno figli". Ma poi, c'e' anche il grande tema della fertilita'. La scienza, ha spiegato il ministro, ci dimostra che "donne e uomini hanno un orologio biologico e che le nuove scoperte scientifiche ci aiutano soltanto in una bassissima percentuale: solo il 20-30% delle persone che ricorrono alla fecondazione assistita riescono a portare avanti una gravidanza".
Per tutto questo, secondo Lorenzin, c'e' bisogno "di un'azione integrata e di una visione sulla natalita' e sulla famiglia traversale ai vari ambiti- ha sottolineato- che riguarda gli incentivi fiscali, il concentrarsi su alcune fasce d'eta', ma anche su alcune misure come il bonus bebe'. Purtroppo abbiamo risparmiato 1 miliardo e 38 milioni, rispetto all'investimento di 3 miliardi che abbiamo fatto in sei anni, perche' non sono nati i bambini. Da questo punto di vista abbiamo fatto un calcolo: basta aggiungere 300 milioni, ai miliardi che gia' sono stati stanziati, per far passare su una classe Isee di 25mila euro (che corrisponde ad una coppia di giovani con un reddito di circa 45mila euro l'anno, una casa con un mutuo da 50mila euro e circa 15mila euro in banca) da 80 a 160 euro mensili; mentre per quelli a 7mila euro di Isee, quindi parliamo di giovani che hanno un lavoro precario o che spesso non lavorano entrambi, si passa da 160 a 320 euro mensili. E questo vale per il primo figlio".
Quanto al secondo figlio, ha spiegato ancora Lorenzin, si aumenta e "si passa a 240 euro mensili per la prima fascia e a 400 per la seconda. Abbiamo immaginato questa misura per dare un aiuto pratico ai genitori, nel senso che si ritrovano subito un modo per sostenere il primo e il secondo figlio. Questi aiuti corrispondono piu' o meno alla spesa per i pannolini (con 7 cambi al giorno) e per il latte; per quanto riguarda il secondo figlio ci rientra anche qualcosa in piu', mentre sulla soglia a 7mila Isee con queste risorse si riesce ad ottemperare anche ad altri servizi necessari per l'infanzia". Ma queste misure politiche a sostegno della famiglia, ha infine concluso Lorenzin, non devono "esaurirsi in un governo".
(DIRE)