29 agosto 2015 ore: 16:20
Disabilità

Fanno l'orto e producono bio: a Expo il lavoro degli ragazzi autistici

Dodici giovani adulti con autismo svolgono attività che abilitano al lavoro, due di loro sono passati da assistiti a gestori della cooperativa agricola. L'esperienza umbra de "La semente": puntiamo a un ambiente molto strutturato che favorisce l’apprendimento
La semente - prodotti orto
la semente - coltivazioni

PERUGIA - Il 12 settembre Expo Milano 2015 ospita, presso l'auditorium Cascina Triulza nel padiglione della Società civile, il convegno "La presa in carico della persona con disturbo dello spettro autistico: il modello umbro", su iniziativa di Angsa Umbria onlus. Il convegno focalizzerà sul "modello di presa in carico riabilitativo - educativo della persona con disturbo dello spettro autistico – come riferisce la presidente dell'associazione Paola Carnevali Valentini -, approfondendo la necessità del progetto di vita". Aspetto fondamentale di tale progetto è l’inserimento in percorsi di lavoro: a questo proposito l'agricoltura sociale – lo si racconterà ad Expo – rappresenta una possibilità preziosa e concreta. In Umbria grazie al progetto "La semente" diversi giovani adulti con autismo, terminato il percorso scolastico, sono impegnati in lavori agricoli. “Si tratta di un progetto articolato in tre ambiti – ci spiega Andrea Tittarelli direttore del progetto, che ha preso vita nel 2011 a Limiti di Spello -: l’assistenza terapeutica con il centro diurno semiresidenziale gestito da Angsa Umbria onlus, l’imprenditoria sociale con la fattoria nata l’anno scorso e gestita da una cooperativa sociale di tipo B, uno spin off nato anch’esso dall’Angsa, e l’innovazione aziendale con la creazione, nel 2013, del distretto rurale di economia solidale: quest’ultimo si è sviluppato grazie a una associazione temporanea di scopo cui aderiscono la facoltà di Agraria dell'università degli studi di Perugia con il Dipartimento di Scienze Economiche/Estimative e degli Alimenti (che ne è capofila), Angsa Umbria, Parco Tecnologico Agroalimentare dell'Umbria, Aiab Umbria, la Cia Umbria, azienda agricola "Le due Torri", azienda agricola biologica "Cuore verde", azienda agricola Filippucci Fabio, azienda agraria Fratelli Properzi e la società agricola Maridiana. “Un’associazione di scopo tra centro diurno e fattoria sociale con aziende profit – spiega Tittarelli -, possibile grazie a un bando del Piano di sviluppo rurale”.

-Alla Semente si fa l’orto, si producono miele e uova e vino tutto biologico, ma è anche un agriturismo dove si fanno ricezione e ristorazione, ed è anche fattoria didattica che accoglie studenti dall’università alle scuole elementari. I ragazzi con autismo presi in carico sono dodici, la riabilitazione è di tipo cognitivo-comportamentale e i pilastri su cui si fonda sono l’autonomia personale e l’abilità lavorativa. “Recentemente abbiamo testato il loro inserimento dentro aziende profit – riferisce Tittarelli – e il risultato è molto positivo, hanno svolto mansioni che hanno stupito gli stessi familiari”. Si misura anche l’appeal dei prodotti della fattoria e si usano tutti gli strumenti del marketing sociale, si punta sul bio e sull’aspetto sociale, sul valore aggiunto del lavoro di persone che partono svantaggiate, perché “non vogliamo pietismo, siamo aggressivi nell’uso delle leve del marketing, perché puntiamo a realizzare un’azienda efficiente”. Recentemente due utenti sono passati da assistiti a gestori della cooperativa agricola: “Il primo era autonomo fin dall’arrivo, l’altro invece non parla e non è autonomo, ma attraverso un intervento focalizzato ha raggiunto nuovi traguardi”.

Perché parlare di “modello umbro” (come è nel titolo del convegno di Angsa che si terrà il 12 settembre ad Expo) per la presa in carico delle persone autistiche? Risponde Emanuele Guzzetti, coordinatore degli operatori della Semente: “Data la riforma del titolo V della Costituzione che ha dato alla regioni competenza politico-organizzativa in materia sanitaria, oggi possiamo dire che c’è una differenza tra l’Umbria e le altre regioni: abbiamo inserito l’autismo nell’ambito della salute mentale, che consente la riabilitazione senza vincolo di età, mentre altrove è ascritto all’ambito della disabilità organica che prevede l’interruzione dei percorsi riabilitativi a 26 anni e si passa alle strutture sociosanitarie dove viene garantito il mantenimento delle abilità residue ma non si riabilita né si abilita. Noi invece abbiamo un altro approccio. Accogliamo utenti dai 18 anni e senza altro vincolo di età e rispettiamo la necessità, che hanno, di un ambiente molto strutturato che favorisca l’apprendimento”. Al momento i 12 ragazzi presenti hanno dai 20 ai 38 anni, tutti umbri tranne uno che viene dalla Sicilia: “I genitori si sono stabiliti in Umbria per far fare questo percorso al figlio”. Infatti il centro diurno semiresidenziale (aperto dalle ore 9 alle 17 dal lunedì al sabato) non consente pernottamenti. Per questo molte famiglie da altre regioni che chiedono informazioni e vorrebbero portare il proprio familiare alla fine desistono.Nasciamo per dare una risposta al territorio regionale”, spiega Guzzetti. Dove, come sempre e come altrove quando si parla di autismo, i dati epidemiologici sono incerti, specialmente dopo il 18 anno di età.

“Fino alla pubblicazione del DSM-V, pochi mesi fa, l’autismo negli adulti non era diagnosticato, in quanto considerato una patologia dell’età evolutiva”. Ad esempio, dei dodici ospiti della Semente, “dieci, quelli con comportamenti meno problematici, dopo la scuola sono rimasti a casa, potendo accedere ai servizi con la 104 e l’invalidità civile ma per loro non c’era nessun progetto personale”. Da qui l’intento di creare, all’interno dell’azienda sanitaria, una equipe multidisciplinare che fa diagnosi dai due anni (come si fa ora) fino all’ultimo giorno di vita: “L’equipe non è ancora costituita formalmente, ma negli ultimi due anni abbiamo fatto formazione, coinvolgendo anche le cooperative cui è data la gestione dei servizi”.  Il passo successivo? “Creare servizi differenziati anche per rispondere alla residenzialità con una struttura dedicata (forse sorgerà a Terni); poi, potenziare i servizi semiresidenziali per le persone autistiche con funzionamento medio-basso”.

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Cosa fanno i giovani adulti autistici alla Semente di Spello? “La nostra struttura risponde in modo intensivo a chi ha un funzionamento medio-alto e fornisce abilitazione pre-lavorativa. I laboratori sono tutti collegati al mondo reale e alle attività di ricettività e agricole, si rifanno le camere, si coltivano gi ortaggi in tutte le loro fasi, etc.”. “Un altro dato interessante del nostro modello di struttura privata convenzionata – afferma Guzzetti – è che abbiamo creato un gruppo misto, composto dall’associazione e dal servizio sanitario pubblico: non c’è contrapposizione pubblico-privato, ma forte integrazione”. Intanto si presenta alla facoltà di Agraria la prima indagine sugli aspetti riabilitativi del progetto, un primo feedback, da cui emerge che i ragazzi sono più sereni, dormono meglio e diminuiscono alcuni comportamenti e stereotipie della patologia. Il 12 settembre durante il convegno di Expo saranno forniti altri dati raccolti in una pubblicazione. La facoltà di Agraria dell’ateneo perugino sta inoltre indagando, ci annuncia Andrea Tittarelli, “come funziona la persona con autismo nel contesto del mercato”: emerge “un impatto commerciale buono, i consumatori sono sensibili all’ambiente e al rispetto delle persone e scelgono di conseguenza”. (ep) 

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