Faraaz morto a Dacca per difendere le amiche. "Esempio per il mondo"
Faraaz Hussein (a destra) con la madre e il fratello maggiore
- MILANO - "La sua decisione di rimanere e difendere le sue amiche, che gli erano così care, trascende tutti i confini di razza, religione o genere". Sono le parole con cui Simeen Hossain ricorda il figlio Faraaz, che nella strage del primo luglio a Dacca ha deciso di rimanere nel ristorante in cui i terroristi islamici stavano uccidendo chi non sapeva ripetere i versetti del Corano. Lui musulmano poteva salvarsi, gli avevano dato il permesso di andarsene, ma è rimasto per difendere due amiche. Il suo nome è ora scritto nel Giardino dei giusti che il primo luglio scorso l'associazione Gariwo ha inaugurato all'interno dell'Ambasciata d'Italia a Tunisi. La madre di Faraaz ha inviato un messaggio per l'occasione, pubblicato ora sul sito www.gariwo.net. "Lui si era sempre sentito responsabile delle persone che lo circondavano, assumendosi il dovere di proteggere coloro che amava -scrive-. Questi sono i valori che Faraaz si era imposto di rispettare, credendo per prima cosa e sopra ogni altra che una persona debba essere soprattutto un buon essere umano".
"Pieno di questo spirito, vivendo ogni momento con un sorriso smagliante, ed esemplificando il meglio della gioventù, Faraaz era una perla di essere umano. Si occupava sempre degli altri, assicurandosi che le sue azioni rendessero felici le persone intorno. Era un brillantissimo studente della Goizueta Business School della Emory University, che aveva lasciato stupefatti per la sua bravura coloro per i quali aveva lavorato come stagista alla Transcom e alla Pepsico. Toccava i cuori di ogni persona con cui interagiva e aveva dimostrato di essere un leader nato in qualunque cosa facesse. Soprattutto è rimasto un uomo giusto fino all’ultimo suo respiro. Con un senso estremamente chiaro del bene e del male, ha tenuto fede a ciò che riteneva giusto con tutte le sue forze".
"Nostro figlio, Faraaz, è stato d’esempio per il mondo, con il suo coraggio di rimanere forte davanti al male. La nostra eterna ammirazione per questo ragazzo nasce dal fatto che egli ci ha costretti a metterci in discussione, ci ha fatto pensare se avremmo il coraggio di decidere come lui, con la consapevolezza delle conseguenze".
"Noi ti ringraziamo per essere stato un esempio da seguire per il mondo. Faraaz, tu hai sempre voluto rendermi una madre orgogliosa; oggi sono la madre più orgogliosa di questo mondo, grazie a te. Hai colmato I nostri cuori con orgoglio e forza immensi; hai instillato in noi un coraggio di cui non conoscevamo neppure l’esistenza. Ci hai dato una ragione per trascorrere il resto della nostra vita lottando per ciò a cui ti sei opposto tu. Tu dicevi sempre che avresti mostrato al mondo di che pasta eri fatto. Ora voglio solo che tu sappia che l’hai mostrato oltre ogni nostra più vivida immaginazione. Noi tutti ti amiamo immensamente, Faraaz. Tua madre orgogliosa, che hai fatto sentire profondamente umile con il tuo atto di coraggio. Simeen Hossain".
Insieme a Faraaz, nel Giardino dei giusti sono ora ricordati altri quattro musulmani. Hamadi Ben Abdesslem, che ha salvato i turisti italiani durante l’attacco terroristico al museo del Bardo. Mohamed Bouazizi: si è immolato per difendere la dignità umana dando inizio alla primavera democratica in Tunisia. Khaled Abdul Wahab: ha salvato a Mahdia gli ebrei perseguitati in Tunisia durante l’occupazione nazista. Khaled al-Asaad: trucidato dall’Isis nel 2015 per aver difeso in Siria il patrimonio archeologico di Palmira, memoria della civiltà umana.