23 luglio 2018 ore: 17:47
Società

Fatoumata Diawara, arriva a Milano "il Blues delle giovani africane"

Stasera al Carroponte di Sesto San Giovanni chiude l'estivo del festival “Milano Il Mondo” con l'esibizione dell'artista internazionale che canta in lingua bambara. Emanuele Patti (Direttore artistico): “Parliamo solo di invasione, ma in Europa c'è un movimento di artisti di seconda generazione”
Fatoumata Diawara

MILANO - Parole d'ordine: lentezza e contraddizione. Lentezza, perché il festival multiculturale “Milano Il Mondo!” che la sera del 23 luglio sbarca al Carroponte di Sesto San Giovanni con l'esibizione della chitarrista e cantante di origini maliane Fatoumata Diawara, è fatto di “poco più di un appuntamento al mese, in location diverse e atipiche della città, con presentazioni e spettacoli a Mare Culturale Urbano, alla Cascina Casottello di Corvetto, al Ligera di via Padova, fino alla trattoria popolare dell'Arci Traverso in viale Certosa” spiega Emanuele Patti, uno dei due direttori artistici del Festival. Contraddizione, perché in un'epoca in cui l'Africa è vista sempre come una minaccia e nella sua chiave monodimensionale delle migrazioni, i milanesi si riscoprono un po' malati d'Africa. “Abbiamo inaugurato il festival con un seminario di danze del Burkina Faso dove sono intervenute un sacco di persone”. Anche la stessa Fatoumata, artista internazionale in tour con il disco “Fenfo” (“Qualcosa da dire”), che è arrivata a calcare i palchi assieme a David Crosby e Paul McCartney, è lei stessa una contraddizione. “È una donna africana che vive tra Parigi e Como – dichiara Patti – ma continua a cantare nella sua lingua madre con un linguaggio raffinato, dolce e una continua sperimentazione fra tradizione e innovazione”. Canta in lingua bambara Fatoumata Diawara, oltre che in inglese, e suoi testi raccontano il sentire delle giovani donne del suo continente con un “occhio al femminile e il Blues – prosegue il direttore artistico –. La musica che viene dai ritmi della vita, dai ritmi del lavoro”.

L'intero Festival, che chiude il 23 luglio la fase estiva al Carroponte per riprendere con alcune date autunnali, è accompagnato da una sottile linea rossa: “Abbiamo voluto mettere in evidenza il dialogo fra generazioni e quello fra le diverse forme d'arte e di produzione culturale da parte delle seconde generazioni” spiega Patti. “È interessante poter raccontare c'è un movimento di artisti di seconda generazione di qualità elevata in Europa”. Mostrando anche un altro lato della medaglia rispetto al dibattito politico che si ascolta in Europa: “Parliamo sempre di invasione ma l'ultima data di Fatoumata Diawara – chiude Patti – ha fatto il pienone in Belgio, con un pubblico tutt'altro che fatto solo da africani immigrati. Qualche anno fa non ci saremmo stupiti di questo”. (Francesco Floris)

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