Festival delle letterature migranti a Palermo, "dove si parlano 150 lingue diverse"
La conferenza stampa di presentazione del Festival |
PALERMO - Nel cuore del centro storico cittadino, saranno cinque giorni di feste con oltre 80 eventi tra incontri, spettacoli, concerti e rassegne cinematografiche. E' quello che prevede il primo festival delle Letterature Migranti Palermo - arabo-normanna: evento letterario internazionale con autori e narratori, italiani e stranieri, che raccontano il grande fenomeno delle migrazioni dei popoli e dei linguaggi e la complessità delle sue conseguenze. La kermesse, che aprirà i battenti il prossimo 7 ottobre per chiuderli domenica 11, è stata presentata questa mattina nella sede della Consulta delle culture a Palazzo Cefalà con la partecipazione, tra gli altri, del sindaco Leoluca Orlando, dell’assessore alla Cultura Andrea Cusumano, del direttore artistico Davide Camarrone e del presidente della Consulta delle Culture Adham Darawsha.
Un festival in Sicilia per rappresentare anche i nuovi modi e luoghi del racconto del cambiamento: dalla narrativa al reportage, dal cinema al docufilm, dai blog ai tweet senza rinunciare alla testimonianza, al teatro, al cuntu: racconto orale e fisico che è patrimonio di tutto il meridione del mondo. Il programma di eventi coinvolgerà anche scuole, istituti culturali, archivi, teatri e musei di Palermo.
Dodici diversi luoghi storici, infatti, che raccontano epoche differenti della città (dal Museo Internazionale delle Marionette “A. Pasqualino” all’archivio storico comunale, da Palazzo Branciforte al Teatro Massimo e Teatro Biondo) insieme ai nuovi luoghi d’intercultura, ospiteranno due programmi paralleli: con “Le parole”, la città apre ai dialoghi tra autori, docenti, critici e testimoni, coinvolgendo il pubblico in una rassegna che conduce dal realismo magico di Meir Shalev, tra i maggiori esponenti della letteratura israeliana contemporanea, al dibattito sulle nuove forme di narrazione giornalistica usate per raccontare guerre e migrazioni. Con gli appuntamenti di “Suoni e immagini”, si propone un ricco calendario di eventi tra concerti e rassegne audio-visuali. E ancora, agli incontri con ospiti d’eccezione, come Mohammed Moulessehoul, conosciuto con lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra, si affiancano spettacoli teatrali presso la Fondazione Teatro Massimo, Teatro Biondo ed altri centri culturali della città. La rassegna è diffusa su una larga parte del territorio cittadino, da mattino a sera, e coinvolge grandi nomi e piccole storie, associazioni, istituzioni e organizzazioni umanitarie attive sul tema dei migranti e della coesione sociale.
Un’operazione collettiva, capace di creare sinergia tra molteplici realtà culturali fortemente radicate nel territorio della città di Palermo, quali la Fondazione Ignazio Buttitta, l’Università degli Studi di Palermo, il Museo Internazionale delle Marionette “A. Pasqualino”, il Comune di Palermo e la Consulta delle Culture, l’Ersu, la Regione Siciliana, la Fondazione Federico II.
"Palermo nella sua storia ha fatto degli approdi e degli apporti degli altri identità e ricchezza - afferma il sindaco di Palermo Leoluca Orlando -. Come capitale mediterranea, consapevole delle nuove emergenze e dei nuovi diritti, la Consulta delle Culture e la Carta di Palermo ne sono testimonianza istituzionale. Il Festival delle letterature migranti diventa allora simbolo di Palermo cioè della sua capacità di unire, far dialogare e far ragionare. Soprattutto diventa simbolo della necessità di ri-partire proprio dalle migrazioni per ri-costruire i rapporti fra le persone, fra i popoli, fra gli Stati. Un dialogo che, nella migliore tradizione mediterranea, parte dalla condivisione della parola, della storia narrata, dell'immaginazione. Della voglia di immaginare e costruire il futuro”.
"Un festival con gli autori migranti e per i migranti autori - sottolinea il direttore artistico del festival Davide Camarrone - affinchè Palermo resti fedele alla sua vocazione all’accoglienza anche attraverso la letteratura. Con questa prima edizione del festival, la città offre uno sguardo sul mutamento in corso, sul dramma e spesso sulla tragedia dei migranti, ma anche una prospettiva aperta alla ricchezza, alla vitalità, all’originalità dei tanti che scommettono sull’Europa, su di noi. Senza pregiudizi, senza paura. La letteratura, la circolazione delle idee, il confronto tra culture, sono la soluzione dinanzi alla smemoratezza e alle reazioni violente al cambiamento".
"Averlo organizzato a Palermo ha una straordinaria importanza - spiega - il presidente della Consulta delle Culture di Palermo, il medico palestinese Adham Darawsha - perchè la letteratura migrante è la libertà delle parole di viaggiare. Palermo da sempre è stato un luogo dove persone e parole hanno sempre viaggiato come i greci, gli arabi e i normanni. E' un festival di una città che ha accolto sempre persone, pensieri e parole e che continuerà a farlo".
"Le nostre vecchie biblioteche che erano classificate in maniera rigida in letteratura francese, italiana e americana, sono il passato perchè noi ci siamo formati su quelle ma anche grazie a quelle siamo diventati altro - aggiunge Davide Camarrone -. Il carattere migratorio della letteratura è ormai costitutivo della letteratura contemporanea. La letteratura può sopperire all'esaurimento di quella funzione devastante che la paura ha nel procurare violenza alle società in un grande flusso di cambiamento. Il festival si propone di raccontare la letteratura non la letteratura di migranti. Il grande fenomeno delle migrazioni fisiche si accosta in modo dialettico all'altro grande fenomeno che è determinato dal cambiamento culturale grazie al ruolo dei mezzi di comunicazione. Non è una caso che la manifestazione si svolga a Palermo che resta la città più multiculturale d'Europa in cui si parlano 150 lingue diverse". (set)