9 giugno 2014 ore: 15:05
Salute

Fine vita, il Québec approva una legge per i malati incurabili

L’"aiuto a morire" sarà riservato a casi di sofferenza estrema e saranno i medici a decidere di applicare il trattamento. Il primo ministro della regione francofona del Canada assicura: “Non si tratta di eutanasia”
Fine vita. Malato terminale
ROMA – Anche il Québec, regione francofona del Canada, dopo l’Olanda, la Svizzera, il Belgio e diversi altri paesi - ognuno con termini e condizioni più o meno restrittive - ha approvato una legge che regolamenta il fine vita. Quello della “dolce morte” è un tema estremamente attuale, di cui si è tornato a parlare anche in Italia in seguito al caso del medico sardo, Giuseppe Maria Saba, che ha dichiarato di aver aiutato a morire un centinaio di pazienti. Ma mentre in Italia la discussione è ancora aperta, il Québec ha messo a punto una normativa. L’approvazione ha destato polemiche in Canada, dove il governo conservatore ha disapprovato il progetto di legge associandolo al suicidio assistito e all’eutanasia. Ma il nuovo primo ministro del Québec, Philippe Couillard, ha difeso la proposta di legge, poi approvata il 5 giugno con una larga maggioranza, in quanto espressione di un lungo dibattito all’interno della società e di un vasto consenso nella provincia francofona. 
 
La legge prevede un controllo molto stretto e selettivo, “l’aiuto a morire” sarà riservato a casi di sofferenza estrema di pazienti affetti da malattie incurabili. E saranno i medici a decidere di applicare il trattamento di fine vita, ma solo se il dolore del paziente è tale da non poter essere alleviato da alcun farmaco. La legge conferma anche la possibilità di dichiarare preventivamente le proprie volontà in merito al fine vita, espresse liberamente e in pieno possesso delle facoltà mentali. La legge è un progetto “sul continuum delle cure, non si tratta di eutanasia” dichiara Couillard, come riportato dal giornale La Croix
“Si permetterà a qualunque persona in fin di vita di essere accompagnata in una maniera che risponde ai propri bisogni, nel rispetto delle sue volontà e della sua integrità” ha detto la deputata del partito all’opposizione, Québécois, Véronique Hivon.  
(hélène d’angelo)
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