1 giugno 2015 ore: 10:00
Società

Finisce la scuola, tempo di centri estivi: costi sempre più alti per le famiglie

Il comune di Roma “se ne lava le mani”, passando la “palla” ai municipi. A Milano, viene meno il contributo comunale per la fascia 11-14 anni. A Palermo è tutto in mano ai privati, a Firenze e Bologna il contributo c’è, ma i costi sono comunque alti. Meglio a Napoli, con centri gratuiti per oltre 500 bambini
Centri estivi, minori, bambini stesi in un prato

- ROMA – Mancano ormai pochissimi giorni al suono dell’ultima campanella: a partire dal 5 giugno chiuderanno, una regione dopo l’altra, le scuole italiane, dando inizio a quelle vacanze scolastiche che, per tanti, sono davvero troppo lunghe. Ma mentre si dibatte sull’eventualità di ridurne la durata, posticipando la chiusura o anticipando la riapertura, per tante famiglie si rinnova quello che sta diventando un vero e proprio incubo: dove “sistemare” i figli, possibilmente senza indebitarsi. Sì, perché le vacanze scolastiche costano, ogni anno di più: e rappresentano un problema sempre più grande, in un paese in cui la crisi economica non allenta la presa e anche sostenere le sole spese ordinarie è un problema per tanti: e la chiusura delle scuole si trasforma, in molti casi, in una spesa “straordinaria”. 

I centri estivi rappresentano la risposta più gettonata, per chi resta in città almeno una parte del periodo estivo: quando non ci sono nonni disponibili e manca la possibilità di organizzare “vacanze intelligenti”, con abili incastri tra ferie della mamma e ferie del papà, la ricerca di un centro estivo è quasi d’obbligo. Una ricerca, però, che diventa ogni anno più complicata, per non dire drammatica: a Roma, per esempio, dove spendere meno di 50 euro a settimana è diventato praticamente impossibile, da quando l’amministrazione comunale “se ne è lavata le mani”, delegando il problema ai municipi.

Non va meglio a Palermo, dove pure il servizio è affidato solo ai privati ormai da due anni, da quando è fermo anche il bando della legge 285 per la riattivazione dei centri aggregativi. Il comune di Firenze, invece, finanzia circa 30 centri estivi, ma il costo minimo per le famiglie oscilla comunque intorno ai 50 euro a settimana. Costosi anche i centri estivi di Bologna, nonostante il contributo comunale, mentre a Milano i campus 11-14 anni non sono più finanziati dall'amministrazione. Vanno meglio le cose a Napoli, dove il comune assicura centri estivi gratuiti per oltre 500 bambini.

Quella delle vacanze scolastiche rischia di diventare, in sintesi, una vera e propria emergenza sociale, con famiglie che, non potendo rinunciare agli impegni lavorativi e già affaticate economicamente dalla crisi che perdura, devono trovare, per i loro figli, una soluzione accettabile ma anche accessibile, per tre lunghi mesi. E quando parliamo di costi che si aggirano intorno ai 70 euro a settimane, questo significa che una famiglia con due figli dovrà impegnare, per coprire questo bisogno, quasi 150 euro a settimana. Le vacanze scolastiche, in breve, possono costare circa 600 euro al mese: per molti, una buona parte dello stipendio. (cl)

Su Rs, l'Agenzia di Redattore sociale, leggi tutti i lanci dell'inchiesta.
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