25 luglio 2017 ore: 12:00
Non profit

Fondazione Italia Sociale, Zamagni: “Viola il principio di sussidiarietà”

L’analisi dell'economista Stefano Zamagni: “Stiamo parlando di una fondazione di diritto privato che nasce per volontà del governo, guidata da figure espressione del governo: è una contraddizione di tipo pragmatico”
Terzo settore, scritta fatta con gessi colorati - SITO NUOVO

BOLOGNA – “Ritengo che la Fondazione Italia Sociale non c’entri nulla con il terzo settore. È un’iniziativa nata male, non potrà andare bene”. Stefano Zamagni, economista ed ex presidente dell’Agenzia delle onlus, non usa giri di parole: la riforma è promossa, ma la Fondazione è bocciata. Il testo che riguarda la sua nascita, dopo le osservazione del Presidente della Repubblica, è in fase di revisione: sarà l’ultimo dei 5 decreti attuativi della riforma del Terzo settore. “Sergio Mattarella è un giurista: sono certo abbia subito notato il paradosso che sta alla base di questo progetto”, chiosa Zamagni.

Come è noto, è previsto che la Fondazione sia un ente di natura privata: avrà sede a Milano, una dotazione iniziale di 1 milione di euro e dovrà attrarre donazioni e risorse private. La Fondazione sarà amministrata da un Comitato di gestione composto da 10 membri, di cui 3 designati rispettivamente dal Presidente del consiglio dei ministri, dal Ministro dell’economia e delle finanze, dal Ministro del lavoro. Il componente indicato dal Ministro del lavoro avrà la carica di Presidente della Fondazione.

“Stiamo parlando di una fondazione di diritto privato che nasce per volontà del governo, guidata da figure espressione del governo: siamo di fronte a una contraddizione di tipo pragmatico – continua Zamagni –. Nasce da un ente pubblico, ma ha uno statuto giuridico di diritto privato. Cozza contro la stessa legge di riforma, che all’art. 1 riconosce il terzo settore come espressione della società civile che si organizza sulla base del principio di sussidiarietà. La Fondazione prevede un sistema pop down, dall’alto verso il basso, non bottom up, dal basso verso l’alto”.

Secondo l’economista, è l’atto di nascita a essere sbagliato. L’intuizione di partenza, il fine a cui mirare – sostiene Zamagni – sono buoni, ma il modo e il metodo in cui sono perseguiti è totalmente errato: “Creare un polmone finanziario che possa favorire lo sviluppo di certi soggetti, anche non fortissimi, è corretto, ma si deve trovare la strada adeguata per passare dalle parole ai fatti. Per come è adesso, la Fondazione viola il principio di sussidiarietà: sono certo nasceranno problemi di tipo giuridico”.

E sempre di riforma Stefano Zamagni parlerà domani pomeriggio in occasione del seminario “La riforma del terzo settore. Quali novità per il non profit?” organizzato da VolaBo, in calendario oggi alle 17.30 presso l’Auditorium del Villaggio del fanciullo. (Ambra Notari)

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