Fondazione Luchetta: Onlus bloccate dalla riforma del terzo settore
TRIESTE - "Le Onlus sono rimaste bloccate nella riforma del Terzo settore, che introduce l'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore; proprio per le Onlus è previsto un passaggio normativo in Unione europea sui regimi di agevolazione che non arriva. Quindi non possiamo né partecipare a bandi che presuppongono l'iscrizione al Registro, né attivare il nostro nuovo Statuto, che recepisce la riforma". A lanciare l'allarme è Gianfranco Depinguente, tesoriere della Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin, presentando oggi a Trieste la relazione morale 2022 della Onlus che accoglie per le cure bambini vittime della guerra e con malattie non curabili nei Paesi d'origine.
Il 2022, spiega Depinguente, è stato un anno molto duro che ha visto contrarsi il contributo del cinque per mille, dei lasciti testamentari e delle donazioni liberali, che ha portato la Fondazione Luchetta, che non riceve contributi pubblici, a cedere ad altre associazioni l'attività del banco alimentare, di cui beneficiano 120 famiglie indigenti di Trieste. E' mantenuto invece il centro di raccolta di vestiti usati, cui fanno riferimento mensilmente circa 1.500 persone. Il bilancio viene fatto quadrare con la vendita di due appartamenti ricevuti con lasciti negli anni passati.
Da marzo La Fondazione è inoltre attiva nell'accoglienza dei profughi ucraini, tramite il bando Cas (Centri di accoglienza straordinaria) con la Prefettura di Trieste, mettendo a disposizione una casa nel comune di Sgonico (Trieste) per 6 nuclei familiari, e una a Trieste per altri 5. Si tratta di 26 persone in tutto, mamme con figli malati che in Ucraina non avrebbero potuto continuare le terapie, spiega Viktorya Yatsyshyna che assieme ad altre due volontarie di origine ucraina gestisce i Cas.
"Quello che è incredibile- aggiunge la presidente- Daniela Schifani Corfini- è che di fronte a un peggioramento della situazione sociale in città, dall'anno della pandemia a oggi, il Comune stia progressivamente riducendo le collaborazioni con l'associazionismo e le Onlus. In sostanza l'Amministrazione pubblica non ci dà la possibilità di aiutarla a risolvere i problemi della città", conclude.
(DIRE)