28 novembre 2017 ore: 12:45
Disabilità

Fondo caregiver, i commenti di chi si prende cura. "Primo passo o presa in giro?"

Il commento di Maria Simona Bellini, presidente del Comitato nazionale famiglie disabili. “Ora è necessaria una legge che indirizzi le risorse”. Paramatti: “Sono 40 euro al mese per ogni caregiver. Davvero un colpo di fortuna!”
Caregiver, assistenza, anziani

ROMA - “Sicuramente un primo passo che ci fa uscire dall'invisibilità”: così Maria Simona Brellini, presidente del Comitto nazionale famiglie disabili, commenta la notizia dell'approvazione delle'emndamento alla manovra finanziaria che prevede lo stanziamentodi un fondo di 20 mila euro l'anno per tre anni, destinato ai caregiver familiari. “Finalmente lo stanziamento di risorse specifiche, che daranno un'accelerazione all'iter legislativo sul disegno di legge in discussione in commissione lavoro al Senato – precisa, riferendosi al disegno di legge ancora in attesa di approvazione Se però il provvedimento non dovesse vedere la luce entro fine legislatura, saremmo di fronte all'ennesima beffa dopo oltre 20 anni di attesa! - denuncia - L'unanimita' di tutti i gruppi politici dimostra che è possibile emanare una buona legge che ben individui i caregiver familiari e che, soprattutto preveda sostegni concreti, dal prepensionamento alla possibilità di accesso al diritto alla salute, al riposo e alla vita sociale. Se c'è veramente volontà politica – aggiunge - si può fare. Ora, però, affinché le risorse siano precisamente e opportunamente finalizzate, è necessario che arrivi un provvedimento legislativo a indirizzarle”.
L'appello del comitato è quindi che “si legiferi prima di fine legislatura. La firma di tutti i gruppi politici, che avviene rarissimamente in Parlamento, dimostra che la Commissione Lavoro al Senato può emanare la legge in sede legiferante, senza passare l'aula, come peraltro auspicato dallo stesso Presidente Sacconi, e quindi i tempi tecnici ci sono”.

Ma parliamo di cifre. Ha fatto il calcolo, Sandro Paramatti, caregiver 72enne che segue con attenzione le notizie sul mondo della disabilità. E commenta sarcastico: “Sono diventato ricco, perché sono un caregiver. Sono destinatario di parte dei 20 milioni di euro l'anno, stanziati per tre anni dai nostri governanti, a favore della nostra categoria, baciata dalla sorte! Dunque, tenendo conto di disabili gravi, malati gravi ed anziani gravi, noi caregiver siamo orgogliosi di percepirci come un esercito sterminato (nel senso che il governo sta letteralmente sterminandoci, anche se qualcuno dei più forti fra noi tuttora resiste)”. 

Fa qualche conto, Paramatti. E conclude: “Saremo almeno 500 mila. Dunque 40 euro l'anno a testa! Se poi in famiglia ci sono due caregiver che si alternano, allora accontentiamoci di 20 euro ciascuno. Già ho sentito i commenti della stampa (che inviterei a ripassare l'aritmetica). Molti hanno chiesto se debbano godere del lucroso finanziamento anche coloro che, temendo di farsi venire le rughe, decidano di fare il caregiver per procura, assumendo una badante che dia cura al posto loro. Siamo in Italia, terra di naviganti, ecc. (e di marpioni). Se il quesito è stato posto, la risposta è già sì con certezza. Allora siamo diventati due milioni abbondanti. Dieci euro a testa all'anno in questo caso. Io ho 72 anni, sono un caregiver, ma, per riuscire a farlo, ho dovuto assumere una badante per me. Ho diritto, in questo caso, a quota doppia? Si comincerebbe a ragionare!”. 

Continua Paramatti, paragonando lo stanziamento per i caregiver a quello, famigerato, per gli F35: “I più svegli di noi potrebbero chiedere come misura integrativa un cadeaux: un bullone di prua del nuovo caccia F35 (pare che nell'assemblaggio di detti caccia ne siano avanzati un botto di bulloni, per errore del contabile, parente, e pari per competenza, di quell'altro impiegato nella pratica contributi erogati ai caregiver). La quotazione del singolo bullone è di 38.500 euro. Cioè il prezzo di acquisto, mentre il valore intrinseco pare sia qualcosa di meno (misteri dell'alta finanza!)”. 

Il pensiero va poi al pomte di Messina, e all'investimento che questa impresa richiede: “Per chi li preferisse, sono in alternativa richiedibili spezzoni di un metro lineare di cavo di trazione d'acciaio, preparati con larghissimo anticipo, anche questi con estrema ridondanza rispetto alle reali necessità, e pare per essere utilizzati per transazioni di questo tipo. Gli spezzoni sono un campione dei cavi di trazione d'acciaio del costruendo ponte sullo stretto di Messina. Orbene, estrapolando dai costi ufficiali di costruzione dell'irrinunciabile opera, il costo a metro lineare del cavo ha una quotazione pari a 192.500 euro, pari anche a quella di 5 bulloni dei caccia F35. In questo caso sembrerebbe che il valore intrinseco sia addirittura superiore, vista la sacralità dell'opera!”. Conclude amaramente Paramatti: “Non ritengo che la mia attività di caregiver sia compatibile con la dimostrazione di una sì grande capacità di spesa, necessaria alla bisogna”. (cl)

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