Forchette, braccia, supporti: ausili a basso costo per i disabili
Hackability
TORINO - C’è la forchetta elettronica per attorcigliare gli spaghetti, il braccio robotico per mangiare la bistecca o il carillon a ultrasuoni, che insegna a camminare ai bambini ciechi dalla nascita. Ecco cosa accade quando metti insieme un gruppo di designer all’avanguardia con altrettanti disabili dotati d’ingegno e attitudine al problem solving. A farli incontrare, a Torino, ci hanno pensato quelli del consorzio Kairos, raggruppamento di cooperative sociali che lavorano su tutto il territorio sabaudo; e che a febbraio hanno lanciato la prima edizione di “Hackability”, una gara “non competitiva” per la realizzazione di ausili tecnologici low cost rivolti ai portatori di disabilità. Che si è conclusa nei giorni scorsi con la premiazione di cinque prototipi realizzati utilizzando stampanti 3 D e macchine a taglio laser, e progettati da altrettante squadre composte da creativi e disabili.
Il primo incontro era avvenuto il 7 febbraio nella sede di Fablab, laboratorio di ingegneria digitale nel quartiere di San Salvario. Quel giorno, progettisti e portatori di disabilità avevano elencato le rispettive necessità e competenze, dividendosi quindi in gruppi da cinque persone ciascuno, per lavorare a progetti che li hanno tenuti occupati per tutto il mese appena trascorso.
"Mando" |
Giancarlo Posati, ad esempio, è un uomo sulla sessantina, paralizzato dal collo in giù. Per trovare un apparecchio che gli permettesse di telecomandare televisore, decoder e radio, le sue ricerche lo hanno portato fino in Danimarca: il dispositivo ha addirittura un telefono cellulare incorporato, ma proprio per questo la batteria ha una vita estremamente breve e va ricaricata di continuo. A ovviare ci ha pensato Francesco Rodighiero, designer industriale specializzato in domotica sociale; che ha realizzato “Mando”, un telecomando universale che, grazie all’uso combinato di infrarossi e radiofrequenze, può comandare in remoto qualsiasi tipo di elettrodomestico, oltre agli apparecchi radiotelevisivi. “Con il nostro modello non si può telefonare - scherza Rodighero - ma il costo è sceso da 2500 a 200 euro”. Ma la vera novità, come spiega Rodighiero, è che il dispositivo “può clonare le frequenze di qualsiasi altro telecomando”. “All’interno, - precisa - oltre a un trasmettitore, abbiamo inserito un ricevitore: in questo modo, ‘Mando’ può intercettare gli impulsi diretti a un qualsiasi elettrodomestico, registrandoli e utilizzandoli per telecomandarlo”.
"Forchetta Ivan" |
Ivan Vannicelli, invece, è affetto da una forma di disabilità motoria: ha una vera passione per gli spaghetti, ma fino a qualche tempo fa li mangiava di rado, perché le sue dita non riescono a modulare il movimento della forchetta. A ovviare, in questo caso, ci ha pensato la squadra capitanata da Daniele De Angelis, progettista specializzato in design industriale. Che per Ivan, al costo complessivo di 25 euro circa, ha realizzato una forchetta elettronica che li attorciglia al solo tocco di un pulsante. “Abbiamo iniziato prendendo una serie di calchi delle sue mani - spiega De Angelis - per progettare un’impugnatura che vi si adattasse alla perfezione. Quindi è bastato inserire un motorino dc, un interruttore e una batteria al litio: tutti componenti acquistabili in un qualsiasi negozio di elettronica”.
Valentina Alessandria |
Proprio la semplicità di progettazione e d’uso pare il trait d’union di molte delle creazioni presentate: per aiutare una ragazza non vedente a utilizzare il forno, ad esempio, Domenico Cardinale ha progettato “Manipola”, prototipo di manopola da forno con i vari simboli posti in rilievo. Per permettere a Valentina Alessandria di spostarsi dalla sedia a rotelle al sedile della macchina senza affaticare troppo le braccia, invece, la squadra di Luisa Gardin ha inventato una semplice plancia ergonomica con delle fessure per le mani, del tutto priva di componenti elettronici, che può essere riposta sul retro della carrozzina e, all’occorrenza, montata su uno dei lati.
- “L’idea - spiega Carlo Boccazzi Varotto, ideatore dell’iniziativa - era di costruire oggetti di alta qualità, che fossero però facilmente riproducibili a costi contenuti, grazie alle possibilità offerte da macchinari come le stampanti 3 D e alla flessibilità di componenti come le schede Arduino. Questa forma di prototipizzazione leggera fa parte di una cultura che negli Stati Uniti risale agli anni 70, ma in Italia è molto più recente. Oggi, recandosi in un Fab lab (termine che indica un’officina che offre servizi di fabbricazione digitale) è possibile realizzare qualsiasi oggetto con grande risparmio di tempo e denaro: per questo, a breve caricheremo in rete tutti i progetti sotto licenza creative commons, in modo che chiunque possa fruirne”. (ams)