10 dicembre 2013 ore: 12:18
Immigrazione

Forlani: “Il modello migratorio italiano è insostenibile"

Il responsabile del Dipartimento immigrazione del ministero del Lavoro lancia l'allarme: "Nei prossimi 3-4 anni ci sarà una forte conflittualità nel mondo del lavoro: il rischio c'è e dobbiamo prevenirlo". L'Italia è poco presente sullo scacchiere internazionale

MILANO – "Il modello migratorio italiano ha seri problemi di sostenibilità. Il Testo unico sull'immigrazione è finito. Se i politici restano fermi sulle stesse posizioni dell'inizio degli anni Duemila avremo gravi problemi di ordine sociali". È Natale Forlani, responsabile del Dipartimento immigrazione del ministero del Lavoro, a lanciare l'allarme. "Nei prossimi 3-4 anni ci sarà una forte conflittualità nel mondo del lavoro: il rischio c'è e dobbiamo prevenirlo". I timori di Forlani si basano sui numeri: non c'è mai stata una crescita tanto consistente dei disoccupati stranieri: 50 mila nel solo primo trimestre del 2013, giusto per fare un esempio. Italiani e stranieri condividono le stesse esigenze e si contendono gli stessi posti. Anche perché l'Italia, segnala Forlani, non ha mai voluto puntare sull'immigrazione di lavoratori altamente specializzati, che avrebbero esigenze diverse. E oggi ne paga le conseguenze: "Partecipiamo pochissimo alla formazione del mercato di lavoro internazionale: richiamiamo pochi lavoratori dall'estero e i nostri giovani viaggiano poco. Invece è lì che si formano le classi dirigenti del futuro", afferma. Sono i giovani la fascia che desta più preoccupazione: in 2 milioni non studiano e non lavorano. Sono gli stessi che punteranno a quel mercato del lavoro di bassa-media specializzazione, quello a cui gli immigrati ora faticano tanto ad accedere. Non solo quelli di recente arrivo, ma anche i lungo soggiornanti, stranieri che stanno in Italia da 10 anni e che qui hanno già passato una parte della vita lavorativa e che si aspettano dall'Italia un'assistenza sociale.

A rimetterci, in queste condizioni, sono tutti: gli italiani, gli stranieri lungo soggiornanti, i nuovi arrivati. Il lavoro non c'è per nessuno. Altro che cittadinanza: per Forlani la questione dirimente resta come far convivere italiani, comunitari ed extracomunitari nel mondo del lavoro. Anche perché ai problemi strutturali si sommano altri congiunturali. Per Forlani bisognerebbe tenere conto di almeno 30-40 mila flussi "inaspettati" ogni anno, provenienti dal Mediterraneo e dalle aree balcaniche, dove ci sono i nuovi comunitari che vedono nell'Italia la prima porta per entrare in Europa. (lb)

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