Francia, uomini e donne sempre più “uguali”. Le novità della nuova legge
Famiglia: congedi parentali, papà con bimbo cucina
È stato approvato ieri dall’assemblea nazionale francese, dopo un lungo dibattito, il testo di legge per incentivare l’uguaglianza tra uomini e donne, una legge quadro che si propone di fare il punto e completare le leggi già esistenti in merito. Ecco i principali contenuti.
Uguaglianza in campo politico, lavorativo e retributivo.
Il testo proposto dall’assemblea, che dovrà essere ora rimandato al Senato, prevede tra i vari emendamenti l’introduzione della parità di genere in politica, rendendo più severe le pene finanziarie per i partiti che non avranno liste paritarie alle elezioni legislative. Le sanzioni comportano una diminuzione della prima parte di contributi pubblici, attribuiti in base ai risultati legislativi, per i partiti politici che avranno uno scarto maggiore del 2% tra il numero dei candidati di ogni sesso. Così, se un partito propone il 10% in più di uomini rispetto alle donne alle legislative, la prima parte dei contributi verrà diminuita del 20% contro l’attuale 7,5%, mentre la seconda parte del finanziamento, data in funzione del numero dei parlamentari, non verrà toccata. Viene altresì proposto l’incentivo dell’uguaglianza in campo professionale, dal momento che in Francia le donne continuano a guadagnare il 25% in meno rispetto ai loro colleghi uomini, sono solo il 23% nel consiglio d’amministrazione del Cac 40, e sono donne soltanto un sindaco su sette, come riportato dal quotidiano Libération.
Lotta alla violenza di genere e più responsabilità ai padri.
Anche la lotta alla violenza sulle donne si inasprisce, per cercare di arginare il sempre più dilagante fenomeno della violenza di genere. Tra i provvedimenti presi, il numero della linea d’ascolto 3919 viene iscritto nel testo di legge come numero unico che accompagni e consigli chi denuncia le violenze coniugali, lo stupro, le mutilazioni sessuali ed il matrimonio forzato nel corretto iter da seguire. Si muovono inoltre i primi passi per favorire un cambio culturale nella suddivisione dei ruoli, promuovendo la condivisione delle responsabilità domestiche nei confronti dei figli, attraverso l’incentivo del congedo parentale maschile. Le coppie con un solo figlio potranno beneficiare, a differenza di quanto attualmente accade, di un anno di congedo parentale, se ognuno dei due genitori prende sei mesi per accudire il neonato, mentre invece il congedo di tre anni, attualmente accordato a chi ha due o più figli, verrà ridotto ad un massimo di due anni e mezzo se il padre non deciderà di prendere i suoi sei mesi. Per incentivare la decisione dei padri a svolgere la loro parte, si prevede inoltre la possibilità per il compagno di una donna incinta di beneficiare di tre assenze autorizzate per esami medici così come l’impossibilità per il datore di lavoro di interrompere il contratto di un uomo durante le quattro settimane susseguenti la nascita del bambino. Viene adottato anche un articolo per proteggere i bambini quando uno dei genitori si rende colpevole di omicidio all’interno della coppia, prevedendo che la giustizia si ponga sistematicamente la domanda se ritirare o meno la potestà genitoriale.
Lotta alla iper-sessualizzazione dei bambini.
Vengono inoltre vietati i concorsi di bellezza per ragazzi fino ai 13 anni, e introdotto l’obbligo di ottenere un’autorizzazione per i concorsi dei ragazzi di 13- 16 anni, senza la quale è prevista una multa di 1500 euro, 3000 in caso di recidività.
Viene così preso di petto il fenomeno delle mini-miss, individuato come uno degli elementi da combattere per disincentivare l’ipersessualizzazione e l’erotizzazione precoce dei bambini. “Non lasciamo credere alle nostre figlie già dalla più tenera età che valgono solo per il loro aspetto fisico. Non lasciamo che l’interesse commerciale prevalga sull’interesse sociale”, ha dichiarato Chantal Jouanno, parlamentare Udi (union des démocrates et indépendants) promotrice dell’emendamento in questione, nell’articolo di Libération.
Stop alla nozione di “situazione di forte disagio” per le donne che desiderano abortire.
Il punto più aspramente discusso della nuova legge è quello inerente la riformulazione del testo riguardante l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), che elimina la nozione del concetto di “situazione di forte disagio” e che permette di accedere all’aborto anche senza che vi sia un presunto pericolo psicologico o fisico per la donna.È stata inoltre bocciata con 142 voti contro 7 la proposta che chiedeva di non rimborsare l’ivg. L’aborto, in quanto da considerare come un intervento medico, resta dunque rimborsabile. (Hélène D’Angelo)