26 ottobre 2015 ore: 13:59
Disabilità

Fratelli di disabili, "crescere non è facile". Laboratori e gruppi di condivisione

Parla Giovanna Gambino, garante dei disabili della Sicilia. I fratelli soffrono la difficoltà dei genitori di aprirsi agli altri e per molti genitori c'è anche la frustrazione di non potersi dedicare pienamente a loro. Da novembre al via laboratori per ascoltare e aiutare le famiglie
Siblings. Fratelli camminano di spalle in penombra

PALERMO - Si avvieranno a partire da novembre i primi laboratori esperienziali con le famiglie per affrontare le difficoltà e gli aspetti più  delicati che riguardano i Siblings, i fratelli e le sorelle delle persone disabili. Si tratta di incontri di formazione-informazione e sensibilizzazione in collaborazione con scuole, università e medici di base, in particolare i pediatri, in collaborazione dei Rotary club del distretto 2110 (Sicilia e Repubblica di Malta).

"Quello dei Siblings è un tema molto sentito dalle famiglie, ad oggi poco affrontato, che rientra nell'ambito della qualità di vita dell'intero nucleo familiare della persona con disabilità", sottolinea la Garante delle persone disabili della Sicilia, Giovanna Gambino. "Quando una famiglia viene colpita dalla nascita di un figlio con disabilità deve riadattarsi, riorganizzarsi rispetto ai bisogni primari di salute e di riabilitazione del figlio disabile, dirottando su di lui tutte le attenzioni e le proprie energie, seppur con grande sofferenza non essendo peraltro adeguatamente supportata né dai servizi né dalle istituzioni. I fratelli pertanto subiscono un grave disagio, non essendo sostenuti e guidati nel vissuto e nella interazione con il fratello più fragile”.

E’ importante secondo Gambino investire a tutto campo su alcuni aspetti prioritari come evitare che la famiglia di una persona con disabilità si chiuda in se stessa, favorire per il disabile un percorso di sviluppo di inclusione sociale, di cui beneficerebbe tutto il nucleo familiare, coinvolgere il fratello o sorella normodotato nel vissuto del fratello disabile, senza eccessive responsabilizzazioni o processi di adultizzazione precoce.

“I Siblings devono essere compresi nelle loro difficoltà. Oggi occorre accompagnare tutti i bisogni educativi speciali delle famiglie -  prosegue Giovanna Gambino -. I laboratori esperienziali con le famiglie saranno la base da cui partire per avviare le altre attività e cioè per formare, proporre e dare strumenti di intervento ad ampio raggio. L’intento è anche quello di creare dei gruppi di condivisione di fratelli appartenenti a diverse fasce di età, scolare, adolescenziale a partire da quando c’è già la consapevolezza della problematica”. 

“Un disabile in casa impone inevitabilmente alla famiglia il sovvertimento di tutta l’organizzazione della vita familiare quotidiana che incide anche nello sviluppo della personalità dell’altro fratello o sorella – sottolinea Giovanna Gambino -. In relazione al tipo di disabilità, l’attenzione che i familiari riversano al percorso terapeutico-riabilitativo del figlio disabile accompagnandolo in maniera impegnativa in tutto il suo sviluppo può andare a discapito, più o meno consapevolmente dell’altro figlio. Il fratello in molti casi vive una situazione di vita molto delicata che può trasformarsi in un disagio psico-sociale che può creare conflitti, chiusure che investono la sua sfera emotiva”. “Il fratello o sorella del disabile, in molti casi, soffre la chiusura della famiglia, la difficoltà dei genitori di aprirsi agli altri – continua Giovanna Gambino -. Non è una crescita facile la sua. Nasce in molti genitori anche la frustrazione di non potersi dedicare pienamente all’altro figlio. Dedicarsi al figlio sano è doppiamente penalizzante perché lo si fa ma non come si vorrebbe”. “Un altro aspetto importante - continua Gambino -, è sicuramente la necessità che le famiglie possano partecipare allo sviluppo dell’identità sociale del figlio disabile valorizzando, con il sostegno di associazioni e di istituzioni, le sue competenze e potenzialità residue. Di tutto questo a giovarne sarebbero anche i fratelli che lo vedrebbero più aperto al contesto sociale”. (set) 

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