28 agosto 2014 ore: 16:11
Immigrazione

Frontex plus, Schiavone (Asgi): "Arretramento fisico e etico"

"Estremamente negativo" il giudizio di Gianfranco Schiavone. "Si limiterà l'intervento alle acque nazionali e non si pattuglierà più in quelle internazionali". Di "una vaghezza straordinaria" l'accordo raggiunto da Alfano e Malmstrom
Antonio Zambardino/Contrasto Immigrazione, gruppo di profughi al confine tra libia e tunisia

MILANO - "Con Frontex plus l'Unione Europea ha deciso di lasciar affondare i barconi": è un giudizio "estremamente negativo" quello di Gianfranco Schiavone, membro del consiglio direttivo dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), sull'accordo raggiunto dal ministro degli Interni Angelino Alfano e il commissario europeo agli Affari interni Cecilia Malmstrom. "Il punto è che si limiterà l'intervento alle acque nazionali, in particolare quelle dell'Italia, e non si pattuglierà più in quelle internazionali. Mare nostrum ha invece questo di positivo: va incontro ai barconi e questo ha permesso di salvare migliaia di persone. Con Frontex plus non sarà più così: si tratta di un arretramento fisico e anche etico".

Per il resto l'accordo raggiunto da Alfano e dalla Malmstrom è di "una vaghezza straordinaria, che non dice nulla in merito alle risorse e si rinvia tutto a novembre ad ulteriori accordi con i Paesi europei che si renderanno disponibili a partecipare all'operazione", sottolinea Schiavone. "Come Asgi chiediamo che l'Italia e l'Unione europea rivedano questo accordo e invece di chiudere l'operazione Mare nostrum la si apra alla partecipazione degli altri Paesi europei". "Mare nostrum è stata accusata di favorire il traffico di essere umani nel Mediterraneo perché incentiverebbe i trafficanti a far partire un numero sempre maggiore di carrette del mare. Ma non è stato dimostrato che ci sia una relazione diretta tra Mare nostrum e l'aumento dei profughi in partenza dalle coste africane. Quel che è certo è che si tratta di un'operazione basata sulla logica estensione del dovere di soccorso in mare. Ogni nave ha infatti il dovere di soccorrere chi in mare è in difficoltà. Se però è notorio che in una parte del Mediterraneo ci siano imbarcazioni a rischio, dovrebbe essere un dovere degli Stati pattugliarlo per prestare soccorso con tempestività". (dp)

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