5 dicembre 2024 ore: 13:20
Giustizia

Gaza, Amnesty: "La corte dell'Aia indaghi Netanyahu anche per genocidio"

La segretaria generale Agnès Callamard chiede a tutti gli stati di usare ogni strumento legale per portare i responsabili di fronte alla giustizia. "A nessuno dovrebbe essere consentito di commettere un genocidio e rimanere impunito"
Fonte: Agenzia Dire Benjamin Netanyahu

"Chiediamo all'ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale di considerare con urgenza l'aggiunta del genocidio all'elenco dei crimini su cui sta indagando e a tutti gli stati di usare ogni strumento legale per portare i responsabili di fronte alla giustizia. A nessuno dovrebbe essere consentito di commettere un genocidio e rimanere impunito": questo l'appello lanciato da Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, nel giorno in cui l'organismo annuncia un rapporto in cui conferma che Israele ha commesso genocidio nella Striscia di Gaza, dal titolo 'Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza'.

Secondo Callamard, "i mandati d'arresto emessi il mese scorso dalla Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l'umanità fanno realmente sperare nella giustizia da lungo tempo dovuta in favore delle vittime. Gli stati devono mostrare rispetto verso la decisione della Corte e i principi universali del diritto internazionale arrestando e consegnando quei ricercati alla Corte stessa".

La responsabile si dice convinta che "il fallimento sismico e vergognoso della comunità internazionale, che per oltre un anno non ha fatto pressioni su Israele per porre fine alle sue atrocità nella Striscia di Gaza, dapprima ritardando la richiesta di un cessate il fuoco e poi proseguendo a inviargli armi, è e resterà una macchia sulla nostra coscienza collettiva".

Quindi ha concluso: "I governi devono smetterla di ritenere che fermare questo genocidio non è in loro potere, dato che è proprio questo atteggiamento ad aver consentito decenni di impunità di Israele per le sue violazioni del diritto internazionale. Gli stati devono andare oltre le mere espressioni di rammarico o dispiacere e svolgere una forte e sostenuta azione internazionale, per quanto scomoda sia, per gli stati alleati di Israele, una conclusione che prova il genocidio". (DIRE)

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