Gaza, donatori di sangue respinti perché malnutriti
ROMA – Vorrebbero donare il proprio sangue, per aiutare i tanti feriti, ma non possono farlo perché troppo deboli a causa della malnutrizione: accade anche questo a Gaza, dove tanti potenziali donatori hanno risposto all'appello dell'ospedale di Al-Awda. Tanti però sono stati ritenuti troppo malati per sottoporsi al prelievo.
"Le analisi del sangue effettuate sulle numerose persone che vengono a donare rivelano un alto tasso di malnutrizione, tanto che non possono essere prelevate unità da utilizzare per i feriti e i malati – dichiara Mohammed Salha, direttore dell'ospedale gestito da Al-Awda, partner di ActionAid - La malnutrizione è molto diffusa, soprattutto nel nord della Striscia di Gaza. Da oltre cinque mesi, nel nord della Striscia di Gaza non arrivano verdure, frutta o carne".
Infezioni diffuse
L'ospedale - che è uno dei 16 parzialmente funzionanti in tutta Gaza - vede anche molti casi di persone con infezioni e malattie a causa delle condizioni catastrofiche e disumane in cui la gente è costretta a vivere. "Oltre alla diffusione di molte malattie della pelle, i sono migliaia di persone che sono venute in ospedale qui che soffrono di epatite virale", aggiunge Salha. Una combinazione tossica di intenso sovraffollamento, mancanza di acqua e prodotti per l'igiene e accumulo di rifiuti e liquami nelle strade sta creando le condizioni ideali per il prosperare delle malattie.
I dati più recenti dell'OMS mostrano un aumento delle infezioni respiratorie acute, della diarrea acquosa e della diarrea sanguinolenta acuta e dell'itterizia a Gaza, oltre a decine di migliaia di casi di scabbia, pidocchi ed eruzioni cutanee. L'UNRWA ha dichiarato che nei suoi centri sanitari e nei rifugi di Gaza vengono segnalati tra gli 800 e i 1.000 nuovi casi di epatite alla settimana. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, sono stati rilevati sei ceppi di poliovirus in campioni ambientali a Gaza, compresi i liquami che scorrono tra le tende degli sfollati.
19 camion bloccati
Le persone a Gaza non hanno accesso al sapone e ai prodotti igienici vitali. Arwa, sfollata con i suoi figli piccoli a Gaza, ha raccontato ad ActionAid: "Ho dei bambini piccoli che stanno iniziando a prendere i pidocchi. Non c'è shampoo o altro da usare per lavarli... Sui miei figli è comparsa anche un'eruzione cutanea, oltre a soffrire di cefalea. Abbiamo bisogno di sapone e disinfettanti per lavarli". Spiega Riham Jafari, coordinatrice Advocacy e Comunicazione di ActionAid Palestina: "Non sorprende affatto che malattie e infezioni stiano dilagando a Gaza, quando le persone sono state costrette a vivere in condizioni così spaventose e disumanizzanti, e non hanno quasi nulla da mangiare. Stiamo facendo il possibile per aiutare le persone, forniamo loro anche cibo fresco, pasti caldi e kit igienici però attualmente, 19 camion di ActionAid sono bloccati in Egitto, in attesa di poter passare a Gaza. È indispensabile migliorare rapidamente l'accesso agli aiuti all'interno di Gaza, in modo che i nostri colleghi possano aiutare più persone. Soprattutto, è necessario un cessate il fuoco permanente, prima che altre persone muoiano a causa degli attacchi militari israeliani, della fame o delle malattie".